ABORTO USA, PROCURATORE INDIANA DENUNCIA MEDICO ABORTISTA CAITLIN BERNARD

Il tema dell’aborto sarà probabilmente una delle questioni maggiormente dirimente nella prossima campagna elettorale negli Stati Uniti d’America: dall’abolizione della sentenza “Roe vs Wade” della Corte Suprema, il dibattito e lo scontro tra “pro-life” e “pro-choice” è sempre più serrato, come dimostra una volta di più il caso che arriva dall’Indiana e che coinvolge il medico-star abortista come Caitlin Bernard. Ostetrice e ginecologa, la dottoressa ha fornito l’aborto negli scorsi mesi ad una vittima di stupro di 10 anni in arrivo dall’Ohio (dove l’aborto è stato vietato praticamente in tutti i casi per legge, seguendo l’iter della Corte Suprema che lascia d’ora in poi libertà ai singoli Stati federali di normare le questioni legate all’interruzione volontaria di gravidanza).



Va ricordato come anche l’Indiana, come l’Ohio, è a guida repubblicana e ha provato a limitare i criteri di accesso all’aborto per legge: ma a Indianapolis lo scorso settembre un giudice ha bloccato l’applicazione della nuova legge statale che rendeva illegale quasi tutti i casi aborto, accogliendo il ricorso di alcune cliniche pro-life dove veniva praticata l’interruzione di gravidanza in quanto «c’è una ragionevole probabilità che queste significative restrizioni nell’autonomia personale ledano le garanzie di libertà assicurate dalla Costituzione dell’Indiana» (parole della giudice Kelsey Hanlon). La legge dell’Indiana in realtà permetterebbe l’aborto solo in caso di grave rischio per la vita della donna o di gravi anomalie fetali; lo consente anche nei casi di stupro e incesto, ma solo fino alla decima settimana di gravidanza. Tra le figure di maggior spicco nella lotta contro la legge dell’Indiana vi è appunto la dottoressa abortista Bernard che in questi giorni sale all’altare delle cronache per la denuncia ufficiale presentata dal procuratore generale dell’Indiana Todd Rokita: lo scorso mercoledì lo Stato ha richiesto una commissione medica per valutare eventuali misure disciplinari contro il medico che la scorsa estate ha praticato l’aborto su una bimba di 10 anni in arrivo dall’Ohio. Rokita ha poi citato in giudizio la Bernard in quanto si sarebbe opposta nel fornire le cartelle cliniche delle sue pazienti come parte integrante di quell’indagine.



“SFRUTTA STUPRO BIMBA DI 10 ANNI PER BATTAGLIE SULL’ABORTO”: COSA SUCCEDE IN INDIANA

L’ufficio del procuratore generale dell’Indiana Rokita ha dichiarato mercoledì scorso in una nota pubblica che stava chiedendo al consiglio di disciplinare la dottoressa Bernard in quanti «non aveva sostenuto le responsabilità legali e ippocratiche sfruttando la traumatica storia medica di una bambina di 10 anni alla stampa per il suo propri interessi». Rokita lamenta poi il fatto che la dottoressa ginecologa non ha denunciato immediatamente l’abuso e lo stupro di una bimba alle autorità dell’Indiana, non volendo fornire dettagli sui nomi: di contro invece, l’avvocato di Bernard, Kathleen DeLaney, ha affermato che la scelta del procuratore generale è stata «un ultimo disperato tentativo di intimidire il dottor Bernard e altri fornitori di cure per l’aborto». Di contro, la dottoressa Bernard e il suo datore di lavoro, l’Indiana University Health, hanno citato in giudizio il procuratore repubblicano Rokita per bloccare la citazione di cartelle cliniche riservate.



Il gruppo pro-life diffuso in tuti gli Usa, “Students for Life”, ha spiegato in un post social divenuto virale come la storia dell’Indiana purtroppo sia lo specchio di quanto sta avvenendo sempre più frequentemente in America: «il procuratore generale dell’Indiana Todd Rokita ha presentato una denuncia legale contro l’abortista Caitlin Bernard, per aver sfruttato la storia di un paziente per attirare l’attenzione dei media e aver rispedito la vittima di stupro di 10 anni nelle mani del suo abusatore. L’aborto dà potere agli abusi e consente cicli di abusi, e non c’è niente di cui vantarsi». La dottoressa Katie McHugh, anche lei convinta abortista, ha accusato il procuratore di aver intentato una “caccia alle streghe” contro la Bernard, «Questo medico è stato diffamato per quello che è stato riconosciuto a livello internazionale come intervento compassionevole».