La trasmissione e l’impatto dell’infezione da Covid-19 in Italia resta «a bassa criticità», ma a livello nazionale si osserva «un lieve aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati rispetto alla settimana di monitoraggio precedente». È quanto emerge dal monitoraggio delle Regioni eseguito dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e del ministero della Salute. Le nuove “pagelle” con l’indice Rt si riferiscono al periodo successivo alla terza fase di riapertura, quella che ha permesso gli spostamenti tra le Regioni. Ma molti casi notificati questa settimana potrebbero essere frutti di contagi precedenti. L’indice Rt comunque ha superato il livello di guardia nel Lazio, invece si è abbassato in Lombardia e Puglia, che erano vicine a questa sogna la settimana scorsa. Ma per il Lazio non scatteranno restrizioni, visto che i focolai sono identificati e limitati. Inoltre, l’indice Rt è solo uno dei 21 parametri in base ai quali si decidono le misure restrittive. Ma l’Iss avverte: in alcune Regioni «la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante», e in tutta la Penisola sono stati identificati nuovi casi. Questo deve «invitare alla cautela», perché «l’epidemia non è conclusa» e «la situazione epidemiologica è estremamente fluida». (agg. di Silvana Palazzo)

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INDICE RT MONITORAGGIO REGIONI, LAZIO OLTRE VALORE 1

Sono attesi oggi i risultati del nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e del Ministero della Salute con l’indice Rt e le cosiddette “pagelle” per le Regioni. Quello del Lazio finirà sopra il livello di sicurezza, essendo arrivato a 1,12. Ma non c’è da preoccuparsi, precisa la Regione Lazio, perché questo numero è frutto dei due focolai già chiusi dell’Istituto San Raffaele Pisana e della palazzina della Garbatella. Attorno all’1 è invece quello della Lombardia, dove il numero di nuovi casi è costante. Questi dati comunque verranno ufficializzati oggi. Intanto Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, dichiara come riportato da Il Messaggero: «La verità è che nel Lazio abbiamo il migliore sistema di tracciamento di Italia, tanto è vero che in 48-72 ore abbiamo trovato tutti i contatti legati al cluster del San Raffaele. E riusciamo a fare i tamponi in meno di due giorni, stanando gli asintomatici anche con lo strumento dei test sierologici. Il dato sull’Rt penalizza le regioni con pochi casi, ormai questo si è capito». (agg. di Silvana Palazzo)

MONITORAGGIO REGIONI, I NUOVI CONTAGI

Il coronavirus era in Italia già prima di Natale? In attesa del monitoraggio dell’Iss sulla settimana appena conclusa 12-19 giugno con il nuovo indice Rt Regioni, uno studio pubblicato ieri sempre dall’Istituto Superiore di Sanità ha riportato la presenza del Covid-19 nelle acque reflue di Milano e Torino già nel dicembre 2019. L’analisi delle acque di scarico raccolte prima che il coronavirus si manifestasse nel Paese ha evidenziato alcune tracce del Sars-CoV 2 nelle due città del Nord e anche a Bologna: «I risultati, confermati nei due diversi laboratori con due differenti metodiche, hanno evidenziato presenza di RNA di SARS-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano e Torino il 18/12/2019 e a Bologna il 29/01/2020», spiega Giuseppina La Rosa del Reparto di qualità dell’acqua e salute del Dipartimento di ambiente e salute ISS. Non solo, «Nelle stesse città sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio 2020, mentre i campioni di ottobre e novembre 2019, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi».

Nel frattempo, tornando al rischio contagio attuale, un’intervista oggi al Corriere della Sera del direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano il Prof. Giuseppe Remuzzi ha spiegato che il Covid-19 ormai è “cambiato” e che i nuovi casi di coronavirus non sono contagiosi come lo erano a febbraio e marzo: «La situazione da quel 20 febbraio ormai lontano è cambiata e l’Istituto superiore della Sanità e il Governo devono rendersene conto e comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata». Passaggio centrale dell’intervista quando Remuzzi sottolinea «Abbiamo condotto uno studio su 133 ricercatori del Mario Negri e 298 dipendenti della Brembo. In tutto, quaranta casi di tamponi positivi. Ma la positività di questi tamponi presentava una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale».

OGGI NUOVE “PAGELLE” REGIONI

Può essere un dato piccolo, magari anche momentaneo, eppure ieri – dopo settimane di discesa costante – sono tornate ad aumentare (di sole 5 unità, va detto) le terapie intensive occupate in tutta Italia: in attesa del nuovo monitoraggio Iss con le ‘pagelle’ sulle Regioni che come ogni venerdì daranno la cifra esatta dell’andamento epidemiologico dei singoli territori, i dati in arrivo ieri dalla Protezione Civile hanno visto diverse voci non “perfette”. Oggi scopriremo il nuovo indice Rt delle Regioni che tra Fase 2 e Fase 3 è sempre stato sotto quota 1 per tutti i territori, eppure nelle ultime due settimane diversi territori hanno visto avvicinarsi alla soglia minima di allerta diverse zone d’Italia: la speranza è che l’inversione di tendenza non sia in corso e che dunque l’andamento visto ieri negli aggiornamenti quotidiani (non indicativi se restano “una tantum” rispetto al trend mensile) con 66 morti e 333 nuovi contagi sia solo una battuta d’arresto nella lotta al Covid-19.

«Il coronavirus non è vinto: è ancora un nemico molto, molto insidioso» ha spiegato a Porta a Porta il Ministro della Salute Roberto Speranza, citando il caso della Cina a Pechino come evidenza di una battaglia ancora lunga da concludere «L’impegno che abbiamo sottoscritto insieme al ministro della Germania, della Francia e dell’Olanda prevede che 60 milioni di dosi di vaccino possano essere già distribuite prima della fine di quest’anno. Chiaramente in questo momento stiamo parlando di un candidato vaccino, sembra essere il candidato vaccino più promettente e il primo anche in termini di tempo. Noi abbiamo posizionato, grazie a questo contratto, l’Italia tra i primissimi Paesi a livello globale che potrà accedere a questa risorsa», ha concluso il titolare della Sanità del Governo Conte.

MONITORAGGIO ISS: IERI L’INDAGINE SULLE MORTI IN RSA

Mentre l’Italia ieri si è divisa davanti alle immagini dei festeggiamenti dei tifosi del Napoli dopo la conquista della Coppa Italia, è intervenuto addirittura il rappresentante italiano presso l’Oms, Ranieri Guerra (membro del Comitato Tecnico Scientifico) per condannare l’evento: «Sciagurati. Cosa vuole che le dica… Fa veramente male vedere queste immagini […] In questo momento non ce lo possiamo permettere, per fortuna è accaduto a Napoli. Il governatore, il sindaco hanno messo in atto misure di controllo estremamente rigide e l’incidenza del virus è stata minore rispetto ad altri luoghi. Però vi ricordo ancora quanto ha contato la partita dell’Atalanta, all’inizio dell’epidemia, per quanto riguarda l’impatto immediato», spiega lo scienziato ad “Agorà” citando il caso di Atalanta-Valencia giocata a fine febbraio a San Siro.

In attesa dei nuovi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità sul grado di eventuale peggioramento del trend epidemiologico nelle varie Regioni d’Italia, è sempre di ieri la presentazione dell’Iss sull’indagine ultimata per le morti nelle Rsa durante la fase 1 del Covid-19: stando ai dati raccolti, sono 9.154 i morti nelle Rsa, 680 positivi al tampone e 3.092 con sintomi influenzali. In termini statistici, il 41,2% dei potenziali morti con coronavirus è avvenuto all’interno di queste strutture ma solo sul 7,4% di questi casi si può avere riscontro di infezione da SARS-CoV-2 mentre il 33,8% con sintomi simil-influenzali a cui non è stato effettuato il tampone.