«È necessaria una rapida analisi del rischio sub-regionale per il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette»: è preoccupante il monitoraggio svolto dall’Iss nella settimana 5-11 ottobre e pubblicato nella serata del 15 ottobre. L’Indice Rt in Italia si alza fino a 1.17 (era a quota 1.06 sette giorni fa) e vede aumentare praticamente in tutte le Regioni ad esclusione di tre territori (Basilicata, Calabria e Molise) che restano sotto quota 1. «Si assiste a un’accelerazione nell’evoluzione dell’epidemia, ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero dei casi», si legge nell’analisi diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità, «con evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso  di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese». L’indice di contagio era il fattore a cui guardare secondo il contenuto dell’ultimo Dpcm per valutare eventualmente misure più restrittive su Regioni e territori e così potrebbe avvenire già nelle prossime ore con Lombardia e Campania che già hanno emanato le prime ordinanze che ampliano le restrizioni più dell’attuale Dpcm 13 ottobre 2020.

INDICE RT REGIONI: SOLO IN 3 SOTTO QUOTA 1

In ben 18 Regioni il valore dell’indice di trasmettibilità Rt è sopra l’1: le più alte vedono la Valle d’Aosta e 1.53, Piemonte 1.39, Bolzano 1.32, mentre si “salvano” dal monitoraggio Basilicata (indice Rt 1), Calabria (0.94) e Molise (0.83). L’Iss invita così le Regioni ormai tutte a utilizzare lo strumento previsto dal Dpcm di poter stringere le “maglie” nei territori laddove è necessario. Nel richiamare le consuete regole anti-Covid, l’Istituto sottolinea come siano stati riportati complessivamente 4.913 focolai attivi fino all’11 ottobre scorso, di cui 1.749 nuovi «entrambi in aumento per la undicesima settimana consecutiva. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (102 su 107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (80,3%). Si mantiene stabile la percentuale dei focolai rilevati nell’ambito di attività ricreative (4,2% vs 4,1% la settimana precedente)». Non solo, si legge nel documento ufficiale emerso ieri sera, «Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi fuori delle catene di trasmissione note». Nella settimana presa in esame dall’Iss le Regioni hanno riportato 9.291 casi «dove non si è trovato un link epidemiologico (contro i 4.041 della settimana precedente), che comprende il 33% di tutti i casi segnalati nella settimana». Più della scuola è ancora l’ambito familiare il momento dove circola di più il Covid-19 e per questo «Rimane fondamentale mantenere un’elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento ormai chiaro e più rapido della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione».