L’indice di contagio Rt in Italia attualmente è a 1,15 (nell’ultimo monitoraggio è indicato a 1,16) da almeno due settimane, ma è in corso una crescita di contagiati. A trainarla le regioni del Nord, mentre nel Sud e nelle isole la crescita è minore. Questa l’analisi del fisico Roberto Battiston, coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici dell’Università di Trento che collabora con Agenas. «In Italia c’è una situazione variegata», spiega all’Ansa, confermando che le restrizioni finora adottate a livello locale funzionano. «Il numero di infetti attivi aumenta in Italia dell’1% al giorno e ha ormai superato 500mila, quando era a 390mila soltanto 20 giorni fa». Prima invece era in calo dell’1 per cento al giorno. Questo a causa della crescita evidente in regioni come Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Inoltre, tutto il Nord ha un indice Rt molto alto, crescendo velocemente.

Per il fisico Roberto Battiston vanno considerati due elementi: il numero di infetti presenti in un preciso momento e il valore dell’indice Rt. «Paragonando l’epidemia a un motore, possiamo considerare il numero di infetti in un dato momento come la benzina e Rt l’acceleratore».

“MISURE DI CONTENIMENTO EFFICACI”

In virtù di ciò, si possono fare due distinzioni: regioni e province con un basso numero di infetti quando l’indice Rt ha cominciato a salire 20 giorni fa, quelle invece in cui era già elevato. In Toscana la prevalenza era scesa molto, la crescita quotidiana invece ora è contenuta, nonostante l’indice Rt abbia sfiorato 1,3, in quanto il numero degli infetti era basso. In Emilia-Romagna l’indice Rt è più alto, perché la base degli infetti era più ampia. Queste differenze emergono in maniera ancor più netta analizzando le province. Con la zona arancione, ad esempio, l’Abruzzo ha contenuto i casi nelle province più colpite, come Pescara e Chieti, salvaguardando L’Aquila e Teramo. «È la dimostrazione che le misure di contenimento hanno permesso di controllare una situazione difficile e l’hanno riportata a un livello controllabile», dichiara il fisico Roberto Battiston all’Ansa. La stessa cosa è accaduta in Umbria e Alto Adige. Prime tendenze di questo tipo si osservano in Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Molise col passaggio alla zona arancione e rossa. In conclusione, la tesi è che l’epidemia si possa tenere sotto controllo, quel che conta è accelerare la campagna vaccinale.