“L’indice Rt risale e questo è un elemento di grave preoccupazione. Servono misure in fretta”. Lo ha detto ieri il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. Occorrono dunque, ha aggiunto, “misure tempestive” per arginare la diffusione del virus durante le festività, il tanto temuto lockdown nazionale e il divieto di assembramenti anche nelle abitazioni private. Un suggerimento che il governo ha recepito nel decreto varato ieri sera.



I dati a livello nazionale però non sono omogenei: alcune regioni viaggiano su un indice Rt che va da 0,82 a 0,86, in altre ancora l’indice supera l’1. Ma l’Rt è l’unico indice che ci dice a che livello è l’epidemia? È quello che ci deve spaventare davvero? Non è esatto, molti studi dicono chiaramente che l’Rt da solo non è sufficiente a stabilire la gravità di una epidemia: “È uno dei parametri matematici che indica quante persone riesce a infettare una persona già infetta”, spiega in questa intervista Massimo Clementi, professore ordinario di Microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e primario del laboratorio di Microbiologia e Virologia dello stesso ospedale. “I parametri usati per decidere il famoso colore delle regioni, per capirsi, sono 21. Quindi, se è vero che non è sensato esaltarsi quando l’Rt scende, non è neanche giusto spaventarsi quando sale”.



Titoli dei giornali e dichiarazioni degli esperti ci mettono in guardia sulla risalita dell’indice Rt negli ultimi giorni, dopo una fase di decrescita. Ma è sufficiente l’indice Rt da solo per dirci il livello reale della situazione?

Rt è uno dei parametri matematici che indica quante persone riesce a contagiare nell’ambito di una pandemia una persona infettata. Se questo indice è 1 o maggiore di 1, vuol dire che si tratta di una epidemia in rapida crescita, perché ogni persona può infettare più di una persona. Se è al di sotto di 1, come in questo momento, vuol dire che l’epidemia si sta un po’ spegnendo. Quanto però si sta effettivamente spegnendo, dipende da quanto si abbassa.



Come mai sta risalendo?

Il problema in questi giorni è che l’Rt stava scendendo in Italia, anche se non in tutte le regioni: a livello medio era a 0,87, in alcune regioni al di sopra di 1, in altre ancora più basso. Quello che è successo negli ultimi due giorni è che questo lento decremento, che aveva un trend verso il basso, si è interrotto e adesso è leggermente risalito.

È giusto quindi essere preoccupati?

In realtà non dobbiamo prendere i dati giornalieri come oro colato, perché il trend si vede in una settimana. Questa discesa però è stata un po’ più timida di quello che si sperava. Adesso l’attuale risalita giustifica la preoccupazione per le feste natalizie. Ho visto personalmente in centro a Milano una massa enorme di persone in giro. Rt è dunque uno dei parametri che si osserva, l’altro è il numero dei contagi giornalieri.

Ma poi occorre guardare anche a terapie intensive e decessi: non è corretto staccare Rt da questi altri dati, è così?

Infatti. Anche il dato dei ricoveri era stato in calo dopo le ultime misure di sicurezza stabilite dal governo, però questa discesa si è fermata a un numero stabile, adesso sono positivi circa 10 tamponi su cento.

È un numero positivo?

Significa che il contagio non sta scendendo, ma neppure risalendo. Evidentemente le misure adottate non sono tali da favorire una ulteriore discesa dell’infezione.

C’è parecchia confusione tra le persone; se Brusaferro dice che l’Rt in salita ci costringe a misure ulteriori di sicurezza, dobbiamo aver paura? O questo indice viene usato proprio per giustificare le misure di sicurezza?

Il professor Brusaferro diceva anche che l’Rt da solo non significa nulla. Dobbiamo guardare all’insieme dei dati: la pressione sugli ospedali si è un po’ ridotta, le terapie intensive sono al 30%, il massimo che si riteneva dovesse essere consentito, e che era stato superato. Il numero dei ricoveri giornalieri sta calando, così come l’Rt, e questo ci dice che qualcosa è successo. Non si può parlare di una situazione fuori controllo, giusto in Veneto è un po’ problematica. È vero che non si è avuto quel successo che si sperava di raggiungere e c’è la preoccupazione che le feste possano favorire il diffondersi del contagio, visto che il virus circola ancora.

L’indice Rt su quale intervallo di tempo reale viene calcolato?

A livello giornaliero, poi si fa una media settimanale. Se però non lo dobbiamo prendere come unico parametro quando scende, ciò vale anche quando sale. Nei famosi 21 parametri decisi per l’attribuzione del colore alle regioni l’Rt era solo uno di questi.

(Paolo Vites)