Il numero dei nuovi casi di coronavirus è quasi raddoppiato rispetto alla settimana del 12-18 ottobre 2020. Lo evidenza il nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), secondo cui potrebbe essere sottostimata la velocità di trasmissione in particolare in alcune Regioni, a causa di «una sempre maggiore difficoltà a reperire dati completi a causa del grave sovraccarico dei servizi territoriali». Pertanto, si conferma una situazione «complessivamente critica sul territorio nazionale con impatto importante in numerose Regioni/PA italiane». Per la prima volta questa settimana è stato segnalato il superamento in alcune zone della soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica (40%). «C’è un’alta probabilità che 15 Regioni/PPAA superino le soglie critiche di terapia intensiva e/o aree mediche nel prossimo mese». Scende la percentuale dei casi rilevati col tracciamento dei contatti (19,2%), mentre aumenta quella dei casi rilevati per la comparsa di sintomi (32,6%). Resta stabile invece quella dei casi rilevati con screening (28,3%), mentre aumenta la percentuale dei casi per cui non è stato riportato il motivo dell’accertamento diagnostico (19,9%).



Il monitoraggio è l’occasione anche per rinnovare un invito a rispettare le restrizioni: «Si conferma che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie ed è altresì fondamentale rimanere a casa il più possibile». L’Iss, inoltre, invita Regioni e Province autonome a considerare l’innalzamento delle misure di mitigazione in base alle linee di indirizzo concordate. (agg. di Silvana Palazzo)



INDICE RT 1.7 MONITORAGGIO: 11 REGIONI A RISCHIO ALTO

«Il quadro epidemiologico precedente alle misure introdotte è di peggioramento sia in termini di nuovi casi che di progressione dell’indice Rt». Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nella conferenza stampa di oggi. In merito al monitoraggio, ha spiegato che lo scenario nazionale è compatibile con quello 3 ma è in evoluzione verso un tipo di scenario 4. «In alcune Regioni lo scenario 4 è stato raggiunto. La situazione è grave e si traduce in alcune criticità in alcune Regioni, quindi non è facile garantire il tracciamento». Il monitoraggio riguarda la settimana dal 19 al 25 ottobre, quindi non relativa alle misure restrittive dell’ultimo Dpcm. L’incidenza del coronavirus è passata da 146,2 casi ogni 100 mila abitanti a 279,7 ogni 100 mila abitanti. L’indice Rt nazionale è infatti salito a quota 1,7. Sono 11 le Regioni italiane classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata della malattia: Abruzzo, Basilicata, Veneto, Liguria, Val D’Aosta, Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana. Altre 8 sono invece a rischio moderato ma con elevata possibilità di progredire a rischio alto nel prossimo mese: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Molise, Bolzano, Trento, Umbria. Tutte le Regioni hanno riportato criticità di resilienza, tranne il Molise. (agg. di Silvana Palazzo)



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INDICE RT ITALIA E MONITORAGGIO ISS 30 OTTOBRE

Dopo l’informativa ieri del commissario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, il rischio di un Rt Italia oltre quota 1,5 diventa sempre più realtà imminente: «I contagiati da coronavirus sono 8 volte di più di 21 giorni fa, la progressione dell’Rt determina un raddoppio ogni settimana. Ogni numero vale più di mille parole», spiega il n.1 di Invitalia. È atteso per oggi pomeriggio il monitoraggio ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità del 30 ottobre ma da più parti emergono alcune anticipazioni che porterebbero l’Italia verso lo “scenario 4”, il più grave ipotizzato dall’ISS nel piano “Prevenzione e risposta a Covid-19”. L’indice Rt dal momento che supera quota 1,5 delinea uno scenario per cui il lockdown diventa assai più probabile: a far schizzare l’indice Rt negli ultimi giorni sarebbe stato il forte aumenti di casi registrato tra il 12 e il 18 ottobre. Il Messaggero anticipa il dato a 1,6, con la conferma che arriverà dal report settimanale Iss-Ministero Salute prima di sera: «Nessun sistema sanitario reggerebbe a questi numeri, tanto meno in Italia. Le terapie intensive non sono un problema in questo momento, ma non io sono in grado di dire se saranno sufficienti se non riusciremo ad abbassare la curva. Le Regioni da maggio potevano attuare il piano di rafforzamento. Noi ora abbiamo un grande problema di affollamento degli ospedali con l’intasamento dei pronto soccorso», spiega ancora Arcuri “anticipando” di fatto i dati odierni.

MONITORAGGIO ISS: VERSO SCENARIO 4?

Nella “fotografia” epidemiologica del Paese redatta dal presidente Iss Silvio Brusaferro, il monitoraggio del 30 ottobre dovrebbe delineare il rischio lockdown per almeno 5 Regioni in Italia: Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta, dato che per tutte queste si sarebbe già superato quota Rt 1,5. Nello specifico, per Lombardia e Campania l’Rt sarebbe ormai a quota 2, mentre per il Lazio l’affanno è alle soglie (1,49), con però alcune provincie oltre 1,6 (Viterbo). Dopo le anticipazioni del monitoraggio Iss, da Palazzo Chigi lasciano trasparire un commento “riservato” alle fonti del Messaggero: «C’è la massima attenzione ed è continuo il monitoraggio della curva dei contagi, come costante è il confronto con gli scienziati, ma visto che abbiamo messo in campo tre Dpcm in poco tempo, l’ultimo domenica scorsa, dobbiamo vedere gli effetti delle misure adottate prima di considerare ulteriori interventi». Al momento, davanti al pressing del Cts e delle singole autorità sanitarie regionali, l’ipotesi più “accreditata” è quella vista in Francia e Germania: un lockdown “morbido” dove aziende, fabbriche, uffici e supermercati restino aperti, con invece negozi chiusi e divieto di uscire per visite a parenti/amici. Sempre per il Messaggero, dopo l’arrivo del monitoraggio Iss il Governo potrà valutare «lo stop agli spostamenti oltre i confini comunali e regionali e lockdown territoriali ferrei nelle città più colpite dal virus. Milano e Napoli su tutti».