Sono attesi come sempre il venerdì pomeriggio i nuovi dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel monitoraggio settimanale, questa volta con un interesse ancora più “smodato” visto le freschissime polemiche di alcuni Regioni nella suddivisione in aree di rischio in vigore da oggi con il nuovo Dpcm. Indice Rt Italia, i singoli indici di contagio delle 21 Regioni ma anche gli altri parametri che concorrono – in tutto 21 – a formulare le aree di rischio suddivise in zone gialle, arancioni e rosse. Ieri nella conferenza stampa dell’Iss il presidente Brusaferro ha anticipato la gravità dei numeri sempre più in crescita con l’aumento della curva epidemiologica: dallo scenario 4 (del piano di rischi Covid-19 formulato dall’Istituto) nel quale ormai l’Italia è entrata da qualche giorno, la discesa potrebbe non essere immediata «Oggi siamo in una fase di transizione e modulazione, in cui ci sono delle ricrescite in cui bisogna per controllare la diffusione, in modo tale da poter affrontare i prossimi mesi in attesa di poterci collocare nella fase 3. Prima andiamo sotto 1 come Rt e prima vedremo i casi decrescere. Sappiamo che, come un treno, anche il virus non si ferma istantaneamente. Servono interventi forti per rallentare la corsa», sottolinea il n.1 dell’Iss.
INDICE RT, L’ATTESA PER IL NUOVO MONITORAGGIO
«La situazione è grave e i numeri sono drammatici: la salute viene prima di tutto, non capovolgiamo la realtà. Occorre responsabilità e l’emergenza è totale: nessuna alternativa alle scelte fatte», ha spiegato nell’informativa alla Camera il Ministro della Salute Roberto Speranza, lanciando una risposta netta e polemica alle proteste di alcune Regioni per la modalità di suddivisione delle diverse aree di rischio, «i 21 parametri che utilizziamo sono stati approvati anche dalla Regioni lo scorso aprile. Lavoriamo da 24 settimane con quelle modalità e nessuno si è mai lamentato, fino ad oggi…». Un appello all’unità politica per «lasciare fuori le questioni scientifiche dalla bagarre» ma anche l’invito alla fortissima attenzione dei cittadini per evitare che la curva del contagio possa risalire: l’intervento di Speranza serve a spiegare meglio la scelta (e pure le prossime) della divisione in tre aree di rischio secondo l’indice Rt e l’indice di rischio calcolato dai 21 “famosi” parametri. Come già ieri aveva sottolineato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza nella conferenza stampa Iss, «Si lavora su indicatori come incidenza, Rt, occupazione posti letto: se c’è un regione con apparentemente pochi casi e ha alta occupazione terapie intensive, quella è una regione in sofferenza. Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza». Secondo gli ultimi dati disponibili della scorsa settimana, a rischio ingresso in zona arancione (ovvero divieto di uscire dal proprio Comune e chiusura di bar e ristoranti) risulterebbero le Regioni Liguria, Veneto, Campania e la provincia di Bolzano.