Bisogna continuare ad avere comportamenti ispirati alla prudenza. È quanto emerge dal nuovo report: «La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente ad infezioni avvenute alla fine di giugno 2020, è complessivamente positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA». E lo dice Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del Ministero della Salute, in un video in cui commenta il monitoraggio settimanale dell’Iss (Istituto superiore sanità) e l’evoluzione dell’indice Rt nelle Regioni. «Da parte sua la Sanità pubblica deve intervenire prontamente per intercettare eventuali focolai e contenerli rapidamente», ha aggiunto. Per quanto il numero dei casi con l’oscillazione che va poco sopra sotto l’unità, Rezza ha spiegato: «Ciò è dovuto alla presenza di focolai di dimensioni più o meno rilevanti spesso dovuti a casi importati dall’estero». (agg. di Silvana Palazzo)
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INDICE RT: VENETO, LAZIO E TOSCANA SOPRA LOMBARDIA
L’indice Rt in Italia sale a 1,01, ma «il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità». È emerso dal nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss). L’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni, quindi dal 29 giugno al 12 luglio è di 4.6 per 100mila abitanti, quindi in lieve aumento. A livello nazionale si registra un lieve aumento nel numero dei nuovi casi diagnosticati, e che sono notificati al sistema integrato di sorveglianza che è coordinato dall’Iss, rispetto alla settimana di monitoraggio precedente. Ma nell’intervallo di confidenza minore l’Rt nazionale è inferiore a 1. «Questo indica che la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane». Ma l’indice Rt, che misura il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure di contenimento della malattia, ha superato il livello di guardia in 6 regioni: Veneto, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. (agg. di Silvana Palazzo)
INDICE RT E MONITORAGGIO ISS “NON ABBASSIAMO GUARDIA”
«Non possiamo abbassare la guardia, non dividiamoci su questo. Non voglio alimentare paure irrazionali», ma è pur vero che «senza il vaccino non c’è rischio zero»: così due giorni fa in Parlamento il Ministro della Salute Roberto Speranza annunciava il nuovo Dpcm che proroga le misure anti-coronavirus fino al 31 luglio prossimo, in attesa delle varie evoluzioni che si avranno già a partire da oggi con il primo monitoraggio Iss post-Dpcm 14 luglio. 7 giorni fa l’indice RT evidenziato dal report Iss-Ministero della Salute aveva visto 5 Regioni oltre la soglia di guardia (+1), ovvero Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio ma nessuno comunque su soglie di particolare allarme per l’andamento epidemiologico nazionale. Oggi si attendono novità dopo una settimana relativamente “tranquilla” per nuovi focolai e rialzi dei trend giornalieri – tutto sommato nella media vista nella prima parte di luglio – con il nuovo monitoraggio Iss 10-17 luglio 2020, con annesse “pagelle” regionali per comprendere con i nuovi dati come stia procedendo la Fase 3 dell’emergenza Covid-19.
MONITORAGGIO ISS: L’ULTIMO STUDIO SULLA MORTALITÀ
I pericoli, come ribadito ancora da Speranza nell’informativa in Parlamento, in questo momento provengono soprattutto dall’estero e da quei focolai accesi in diversi Paesi esteri ai quali il Governo ha opposto una “black list” già inserita nell’ultimo Dpcm: ieri però il Ministro della Salute ha esteso il “ban” di divieto ingresso in Italia ad altri 3 Paesi (Serbia, Montenegro e Kosovo) estendono dunque a 16 gli Stati considerati “pericolosi” per la situazione epidemiologica. «Nel mondo l’epidemia è nella fase più dura. Serve la massima prudenza per difendere i progressi che abbiamo fatto finora. Per questo chi è stato negli ultimi 14 giorni in questi territori ha il divieto di ingresso e transito in Italia», ha sentenziato ieri su Facebook il Ministro Speranza. In attesa del nuovo monitoraggio Iss in arrivo questo pomeriggio con tutte le novità epidemiologiche e l’RT delle Regioni, nelle scorse ore l’Istituto Superiore di Sanità ha promosso un nuovo studio con l’Istat che fa ben intuire la pericolosità sostanziale del Covid-19 nei primi mesi durissimi della pandemia in Italia: il Covid-19 è causa diretta di morte nell’89% dei decessi di persone positive al test SarsCov2, mentre per il restante 11% il decesso è dovuto a malattie cardiovascolari (4,6%), tumori (2,4%), malattie del sistema respiratorio (1%), diabete (0,6%), demenze e malattie dell’apparato digerente (0,6% e 0,5%). Il dato è emerso nel Rapporto “Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità” di Iss-Istat dopo le schede valutare su 4.942 pazienti deceduti e positivi al Sars-CoV-2. «Covid-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause, non ci sono concause di morte preesistenti nel 28,2% dei decessi analizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età».