L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) è intervenuto per fare chiarezza sull’indice di contagio, spiegando che «non è una pagella, ma un segnale da interpretare con agli altri dati». Nelle ultime ore, infatti, il dibattito si è concentrato sui dati relativi a Umbria, Molise e Lombardia, per il rischio indicato come “moderato”. Ora l’Iss afferma, per quanto riguarda i valori Rt in regioni come Umbria e Molise, «che restano a bassa incidenza di infezioni da CoVid-19» e che «anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente all’aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri sensibili come l’indice Rt». Sulla vicenda dell’indice di contagio però si è creato un cortocircuito: teniamo conto che Conte e il governo ci hanno parlato di un «algoritmo inappellabile» da cui emerge che tre regioni sono a rischio moderato, quindi ora arriva l’Iss a dirci che in fin dei conti quei valori sono segnali da interpretare insieme ad altri dati? Non c’è da star tranquilli, considerando che si tratta di dati da cui dipende la gestione e quindi aperture e chiusure. (agg. di Silvana Palazzo)

INDICE CONTAGIO, ISS “CIRCOLAZIONE VIRUS CONTENUTA”

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro ha illustrato in un video i primi dati sul monitoraggio della diffusione del coronavirus in Italia. «Grazie alle misure di lockdown, oggi la circolazione del virus è molto contenuta in gran parte del Paese». Ma la prudenza deve essere massima. A tal proposito ha infatti spiegato che: «Rimangono focolai importanti in alcune zone dove è importante mantenere alta l’attenzione». Le riaperture dal 18 maggio non devono essere interpretate dunque come un “liberi tutti” dagli italiani. «Ci sono focolai diffusi un po’ in tutto il Paese, ma i segnali mostrano che c’è una capacità di controllarli», ha aggiunto Brusaferro. Il numero uno dell’Iss ha anche evidenziato l’importanza di «continuare un forte investimento per rafforzare i servizi di prevenzione territoriali di assistenza, per poter garantire una rapida intercettazione dei focolai che si dovessero manifestare». (agg. di Silvana Palazzo)

INDICE RT PER REGIONE E RISCHIO CONTAGIO

L’indice Rt per Regione ci dice che in Italia per il Coronavirus la situazione è buona: resta un rischio “moderato” di contagio in Lombardia, Umbria e Molise, mentre nelle altre 18 Regioni/province autonome il virus ha “bassa probabilità” di aumentare la trasmissione e “un basso impatto sui servizi assistenziali”. Il report del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riporta dunque l’indice Rt per Regione: come già accennato, la situazione è buona in 18 Regioni e Province autonome, mentre resta più difficile come prevedibile in Lombardia, epicentro italiano della pandemia di Coronavirus, ma anche in Umbria e Molise.

Questa è la sintesi del tanto atteso monitoraggio della Fase 2 due settimane dopo le prime riaperture, che dovrà ispirare le decisioni delle amministrazioni locali sulle ulteriori riaperture. Il report settimanale realizzato dal ministero della Salute con l’ISS, sulla base del decreto ministeriale firmato il 30 aprile da Roberto Speranza, registra lo stato di salute del Paese dopo la fine del lockdown, riguardo all’impatto del Coronavirus.

I dati, relativi alla settimana dal 4 al 10 maggio, saranno stasera sul tavolo della Cabina di regia con il premier Giuseppe Conte e serviranno per la valutazione finale prima del via libera alle riaperture contenute nel Dpcm, a cui il presidente del Consiglio sta lavorando.

INDICE RT: RISCHIO MODERATO IN LOMBARDIA, MOLISE E UMBRIA

Andiamo dunque a presentare la situazione delle tre Regioni che, in base all’indice Rt, presentano un “moderato” grado di rischio. In Molise la classificazione dei dati è passata da bassa a moderata (livello 3) a causa di “un nuovo focolaio di trasmissione attualmente in fase di controllo che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana”, che si potrà riflettere in un aumento nella stima dell’indice di contagio Rt nelle prossime settimane. La situazione comunque non è particolarmente critica poiché l’indice R0 di partenza era basso.

Situazione analoga in Umbria, dove la curva è salita ma il contesto vede ancora “una ridotta numerosità di casi segnalati che pertanto non desta una particolare allerta”.

Buone notizie anche per la Lombardia, anch’essa al livello 3 (classificazione moderata) in base all’indice Rt, il che significa un miglioramento rispetto all’emergenza durata per mesi. In Lombardia infatti “si assiste a una riduzione di segnali di sovraccarico del servizi sanitari. Rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana seppur in diminuzione”. La conclusione del report conferma che “le misure di lock-down in Italia hanno permesso un controllo dell’infezione da Covid-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus, con incidenza molto diversa nelle regioni”.

INDICE RT PER REGIONE: LE CONCLUSIONI

Ecco dunque che, volendo fare una “fotografia” complessiva della situazione italiana in base all’indice Rt, possiamo dire che la situazione è “epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane” a causa di nuovi focolai, il che richiede “il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione, quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”.

La strada intrapresa sembra dunque essere quella giusta, anche se abbassare la guardia sarebbe un grave errore: molti scienziati temono ancora la possibilità di una seconda ondata dell’epidemia di Coronavirus e il ministro Roberto Speranza fa scongiuri, certamente non molto scientifici ma senza dubbio carichi di significato. Soprattutto però intanto si lavora perché il Servizio Sanitario Nazionale sia in grado di contrastare l’urto di un eventuale peggioramento nelle prossime settimane, quando le riaperture saranno ancora più ampie.

Sarà dunque doveroso rafforzare rapidamente i servizi territoriali per la prevenzione e la risposta al Coronavirus ed inoltre preparare gli ospedali a “fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche”. Al momento però ovunque il rischio è basso o al massimo moderato: buone notizie dunque dai dati sull’indice Rt per Regione.