I risultati che Snam ha diffuso ieri hanno mostrato un’ottima crescita sia dei ricavi (+10,2% rispetto al 2020) che del reddito operativo (+4,6%). La crescita ha riguardato sia i ricavi regolati che quelli non regolati che riflettono il percorso di sviluppo e investimento in società industriali attive nell’efficienza energetica e nella transizione. Snam è un’azienda strategica come emerge ancora più chiaramente dopo gli eventi in Ucraina. Le tensioni internazionali e in particolare con la Russia hanno reso evidente la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas nel medio termine e, nel lungo termine, di esplorare soluzioni alternative in particolare nel settore dell’idrogeno. Il 2021 ha inoltre visto un incrementato degli investimenti rispetto al 2020 di quasi il 7% per un totale di 1.270 milioni di euro in linea con il budget.



Il management a valle dei risultati ha sottolineato l’importanza per l’Italia di aumentare la produzione di biometano che potrebbe raggiungere 12 miliardi di metri cubi entro il 2030. È un elemento chiave nello sforzo italiano, e anche europeo, di diminuire la dipendenza energetica verso la Russia in un contesto geopolitico sfidante e volatile. Anche l’idrogeno potrebbe avere un ruolo nel mix energetico futuro. In questo caso, nella “visione” di Snam potrebbe essere prodotto in Europa meridionale o nell’Africa mediterranea per poi essere esportato nel resto d’Europa. La società potrebbe fare leva sull’infrastruttura esistente lavorando per adeguarla alle nuove esigenze; i risparmi potrebbero essere consistenti perché Snam è già posizionata per adeguare la propria infrastruttura al trasporto di idrogeno.



Nel breve-medio periodo la società guidata da Marco Alverà potrebbe essere al centro di alcuni sviluppi interessanti. La società potrebbe lavorare per aumentare i volumi trasportati e l’utilizzo di alcuni gasdotti esistenti (il TAP ma non solo). Potrebbero inoltre essere valutati nuovi investimenti in infrastrutture e interconnessioni. È un ampio pacchetto in cui rientrano sia un aumento dei siti di stoccaggio e nuovi rigassificatori, sia l’espansione del TAP piuttosto che una maggiore integrazione con Francia e Spagna. Il ruolo strategico dell’Italia nel mercato europeo potrebbe essere ulteriormente rafforzato. 



Ricordiamo che la Commissione europea l’8 marzo ha confermato l’intenzione di introdurre nella normativa comunitaria l’obbligo di riempire gli stoccaggi ogni anno entro il 1 ottobre al 90% a livello europeo. Il pacchetto varato da Bruxelles include sforzi per diversificare le forniture per la promozione del biometano oltre che di meccanismi per acquisti comuni. In questo senso Snam appare strategica per il sistema Paese italiano.

Infine, riguardo la transizione energetica Snam lavora per arrivare all’obiettivo di “net zero” in termini di emissioni entro il 2040. In questo percorso, fatto anche di investimenti, il gruppo si avvale anche di finanza sostenibile come dimostra, recentemente, il “Sustainability-Linked Bond” da 1,5 miliardi di euro emesso a gennaio 2022. Questo è un fattore chiave in un contesto finanziario che potrebbe essere volatile nei prossimi mesi e trimestri.

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