Stanno proseguendo senza sosta le ricerche per individuare il sottomarino dell’Indonesia scomparso nella giornata di ieri a Bali. Secondo le autorità i 53 marinai a bordo potrebbero avere non più di 24 ore di ossigeno, di conseguenza, quello di oggi potrebbero essere il loro ultimo giorno di vita. Stando a quanto emerso, come riferisce Il Fatto Quotidiano, le navi della Marina avrebbero individuato un oggetto non identificato a 50-100 metri di profondità, ma non è chiaro se lo stesso appartenga o meno al sottomarino scomparso.



La possibilità di portare in salvo i marinai è però praticamente vicina allo zero in quanto stando alla Daewoo Shipbuilding and Marine Engineering, che ha effettuato la manutenzione sul messo navale fra il 2009 e il 2012, il sommergibile non riuscirebbe a reggere la pressione oltre i 200 metri, ed inoltre, Frank Owen, segretario del Submarine Institute of Australia, ha spiegato che in ogni caso sarebbe molto complicato trarre in salvo una squadra di marinai a 700 metri di profondità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SOTTOMARINO INDONESIA SCOMPARSO A BALI: LO CERCANO IN 400, COSTRUITO NEL 1978…

C’è apprensione attorno alla scomparsa del sottomarino della marina dell’Indonesia, KRI Nanggala 402, che avrebbe solo 72 ore di ossigeno. Sei navi da guerra, un elicottero e 400 persone lo stanno cercando in quel di Bali, dove è stato segnalato l’ultima volta, ma al momento non vi è traccia. Non è da escludere un problema tecnico, visto che il KRI Nanggala è un sottomarino di vecchia data, costruito nel lontano 1978, in un’altra epoca, dalla società di costruzioni navali Howaldtswerke-Deutsche Werft (Hdw), poi entrato a far parte dal 1981 nella Marina indonesiana, così come fatto sapere dal ministero della difesa. Il mezzo era stato “tirato a lucido” dopo una revisione durata ben due anni in Corea del Sud, ed aveva poi fatto ritorno nelle acque, fino all’incidente di oggi. Stando a quanto riferito alla Bbc da parte di un portavoce della marina, si tratta del primo (anche se ovviamente non vi è ancora certezza), sommergibile perso, ma gli incidenti sono stati molteplici. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



INDONESIA, SOTTOMARINO SCOMPARSO A BALI, HA 72 ORE DI TEMPO PRIMA DI FINIRE OSSIGENO

Ha solo 72 ore di tempo l’equipaggio del sottomarino KRI Nanggala 402 prima di esaurire l’ossigeno. È corsa contro il tempo per individuare sommergibile scomparso a Bali e la speranza è di riuscirci prima che le 53 persone a bordo non possano più respirare. Le ricerche della Marina indonesiana sono in corso. I contatti sono stati persi ieri a circa 95 chilometri a nord della costa dell’isola dell’Indonesia. Quindi, sono state subito mobilitate sei navi da guerra, un elicottero e un gruppo di 400 persone per le ricerche. Nel frattempo, da Singapore, Australia e Malesia sono arrivate altre navi, mentre Usa, Australia, Francia e Germania hanno offerto il loro aiuto. Sono trascorse già 24 ore dalla scomparsa del sottomarino, il cui unico segno è la fuoriuscita di petrolio al largo delle coste dell’isola, stando a quanto comunicato dal Ministero della Difesa. Il comandante militare Hadi Tjahjanto ha spiegato che il sottomarino era coinvolto in un’esercitazione di lancio di missili che avrebbe dovuto svolgersi oggi.

SOTTOMARINO SCOMPARSO A BALI: RICERCHE IN CORSO

Il sottomarino, di fabbricazione tedesca, si stava preparando l’esercitazione, che prevedeva il lancio di siluri, quando alle 3 del mattino ora locale ha chiesto l’autorizzazione per immergersi in acque profonde. Il Ministero della Difesa ha spiegato che è stato dato il permesso secondo la procedura, poi il sottomarino ha perso contatto e non è stato finora possibile raggiungerlo. Quindi, sono partite le ricerche. «Conosciamo la zona, ma le acque sono profonde», ha avvertito il primo ammiraglio Julius Widjojono. È la prima volta che l’Indonesia perde uno dei suoi sottomarini, ha spiegato un portavoce della Marina alla Bbc, ma incidenti simili sono accaduti in più occasioni.

Uno dei più gravi è stato quello del K-141 Kursk, sommergibile nucleare russo che era impegnato in una esercitazione militare nel mare di Barents e affondato il 12 agosto 2000 per l’esplosione di uno dei siluri di cui era equipaggiato. Non ci fu nessun sopravvissuto tra i 118 membri dell’equipaggio. Alcuni morirono sul colpo, altri dopo qualche giorno.