Marco Travaglio ospite di Domenica In per raccontare la figura di Montanelli, protagonista del suo libro intitolato “Indro, il 900”. Ma chi è stato veramente Indro Montanelli? Costretti ad una breve definizione potremmo dire: uno dei più grandi giornalisti italiani di sempre. La sua figura – e la sua biografia – meritano però un approfondimento.
Nato a Fucecchio nel 1909, Montanelli iniziò la sua carriera nel mondo del giornalismo come corrispondente e inviato speciale di varie testate. Egli fu redattore del Corriere della sera dal 1938 al 1973), ma l’esperienza che più di ogni altra rimane impressa è certamente quella che lo vide fondare e dirigere, tra il 1974 e il 1994, il quotidiano “Il Giornale“. Anticonformista, anticomunista, fautore di una destra ideale, Montanelli fu in una prima fase sostenitore degli ideali fascisti. I suoi detrattori sono infatti soliti ricordare che Montanelli in Abissinia fu capo di un battaglione di truppe indigene. In seguito fu però fortemente critico nei confronti del regime fascista, finendo per essere escluso dall’albo dei giornalisti.



Indro Montanelli, il grande giornalista e la morte

Ebbe così inizio una sorta di esilio in Estonia, dove Montanelli esercitò da lettore di italiano a Tartu e divenne in seguito direttore dell’Istituto italiano di cultura a Tallinn. Montanelli rientrò in Italia e nel 1938 venne assunto dal Corriere della sera, svolgendo per il quotidiano di via Solferino il ruolo di reporter in diversi Paesi europei. In seguito alla caduta regime fascista, nel 1943, aderì al movimento partigiano Giustizia e libertà e venne catturato e incarcerato dai tedeschi. La fondazione de Il Giornale nuovo, nel 1974, che sarebbe poi diventato “Il Giornale” dal 1983 avvenne insieme ad altri collaboratori fuoriusciti a loro volta da “Il Corriere della sera”. Pochi anni dopo, nel 1977, Montanelli finì nel mirino delle Brigate rosse, che ordirono un attentato nei suoi confronti. Un sicario gli sparò gambizzandolo. Controverso fu il rapporto con Silvio Berlusconi, per anni suo editore, poi oggetto di asptre critiche da parte di Montanelli al momento della sua discesa in campo, nel 1994. Il giornalista non credeva infatti che il leader di Forza Italia avesse le caratteristiche per fare politica. Lasciata la direzione de Il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, Montanelli fu protagonista di una breve esprienza nel nuovo quotidiano “La Voce”, prima di tornare a Il Corriere della Sera tenendo la fortunata rubrica “Le Stanze di Montanelli”. Montanelli morì il 22 luglio 2001, all’età di 92 anni, a Milano, nella clinica La Madonnina.



Operato agli inizi del mese per un tumore all’intestino, morì a causa di complicazioni seguite ad un’infezione delle vie urinarie. L’indomani l’allora direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ne pubblicò in prima pagina il necrologio, scritto dallo stesso Montanelli pochi giorni prima di morire: “Mercoledì 18 luglio 2001, ore 1:40 del mattino. Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza – Indro Montanelli – giornalista – Fucecchio 1909, Milano 2001 – prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito. Le sue cremate ceneri siano raccolte in un’urna fissata alla base, ma non murata, sopra il loculo di sua madre Maddalena nella modesta cappella di Fucecchio. Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili“.

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