Rimane nella storia l’intervista a Indro Montanelli fatta da Enzo Biagi all’inizio degli anni Ottanta. L’occasione è il programma Questo secolo, che permette al giornalista di indagare nella mente di Montanelli riguardo alla cultura e alla politica e alla figura di Benito Mussolini. Il giornalista ha rivelato anche in questa parentesi di essersi sposato per necessità, per il bisogno di avere una donna al suo fianco. “La sposai, regolarmente sposata in quanto regolarmente comprata dal padre. La comprai assieme a un cavallo e un fucile, in tutto 500 lire. Aveva 14 anni, ma non mi prendere per un Girolimoni. A dodici anni quelle lì sono già donne. Era un animalino docile“. Ci volle poco perchè la storia finisse al centro dello scandalo: Montanelli venne bollato come pedofilo. Il suo nome era Destà, come confermato dalla Fondazione Montanelli Bassi nel 2015. Nella nota, si sottolineava come quel tipo di matrimonio fosse un contratto pubblico, “Sollecitato dal responsabile del battaglione eritreo guidato da Indro”. Lo stesso Montanelli però si è dovuto difendere a più mandate dall’accusa di essere uno sfruttatore e un barbaro. “La ragazza si chiamava Destà e aveva 14 anni: particolare che in tempi recenti mi tirò addosso i furori di alcuni imbecilli ignoti che nei Paesi tropicani a 14 anni una donna è già donna e passati i 20 è una vecchia”, ha scritto a Il Corriere della Sera, “Faticai molto a superare il suo odore, dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli, e ancor di più a stabilire con lei un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata: il che, oltre a opporre ai miei desideri una barriera pressoché insormontabile (ci volle, per demolirla, il brutale intervento della madre), la rendeva del tutto insensibile”.



Indro Montanelli, la sua verità da giornalista

Indro Montanelli non ha mai usato il giornale per imporsi, come facevano un po’ tutti nell’epoca in cui scriveva per La Stampa. Lo stesso Enzo Biagi lo ha lodato in una vecchia intervista proprio per aver conquistato una verità importante in merito al suo essere giornalista. “Vi sono arrivato prima per istinto poi per ragionamento e cultura”, ha detto Montanelli, “per istinto, qui mi ha aiutato il mio sangue toscano, noi abbiamo tanti difetti ma questa buona qualità: cercare di parlare chiaro. Per ragionamento e cultura perché i miei studi storici mi hanno fatto capire che l’Italia è quello che è, ha i difetti che ha, per il vecchio tradimento perpetrato dalla cultura nei suoi confronti, sempre chiusa in se stessa e con un solo riferimento: un signore, espressione del potere o politico o economico. Il letterato italiano non ha mai scritto per il pubblico. Chi scrive per il pubblico viene disprezzato. Questo è il segno della fellonìa più infame che si possa commettere”. Oggi, domenica 14 giugno 2020, Rai3 per Enzo Biagi trasmetterà di nuovo l’intervista a Indro Montanelli. In quell’incontro, il giornalista ha sottolineato di aver iniziato a scrivere durante gli anni del liceo e di aver capito già allora di voler fare il giornalista. Al limite lo scrittore. “Perciò tutte le mie energie erano concentrate su quelle due o tre materie che mi avrebbero interessato anche dopo“, ha sottolineato.

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