Nelle attuali contingenze dovute alla pandemia da Covid-19, “le Indulgenze per i fedeli defunti saranno prorogate per tutto il mese di Novembre, con adeguamento delle opere e delle condizioni a garantire l’incolumità dei fedeli”. A decretare così è la Penitenzieria Apostolica presieduta dal cardinale Mauro Piacenza che, venendo incontro alle richieste dei vescovi e alle esigenze sanitarie, ha fatto sì che la Chiesa desse un ulteriore segno di apertura e di misericordia.



In sintesi, la norma che si applica durante questo mese dice che l’indulgenza plenaria del 2 novembre, stabilita in occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti alle solite condizioni, può essere trasferita ad un altro giorno del mese a libera scelta dei singoli fedeli. Come ha spiegato il Prefetto, il senso di questa disposizione è “quello di evitare gli assembramenti diluendo nel tempo” quanto in epoca normale avveniva in un solo giorno.



Il cardinale ha spiegato in un’intervista a Vatican News che, sempre allo scopo di evitare assembramenti, i sacerdoti sono invitati a far uso della facoltà che hanno fin dal 1915 di celebrare tre Messe il 2 novembre. La santa Messa è la massima ricchezza di suffragio che possiamo applicare per i nostri defunti e in questo modo i fedeli possono partecipare con serenità, senza temere di frequentare ambienti affollati, a una delle tante sante Messe: so di parrocchie a Roma dove, per esempio, se in un normale giorno feriale le Messe sono tre, oggi 2 novembre le Messe saranno nove.

Se il virus ci costringe al distanziamento, le Messe moltiplicate rafforzano la comunione dei santi. Nell’attuale emergenza c’è chi parla di morti “non importanti” visto che per lo più si tratta di anziani improduttivi, ma la Chiesa invece ci invita a ricordarci di chi non c’è più e di accompagnarlo nella speranza e nell’amore. Proprio in conseguenza del legame affettivo con i propri defunti, in molti paesi il mese di novembre è il momento dell’anno in cui si registra il maggior numero di confessioni e di comunioni.



E così questo incoraggiamento della Penitenzieria ai sacerdoti perché siano generosi nel dare ai fedeli molte possibilità di partecipare alla Messa, unitamente all’ampliamento del periodo in cui applicare ai defunti l’indulgenza plenaria, rimette al centro della vita cristiana quell’Eucarestia e quel sacramento della Confessione che durante il lockdown ci erano stati tolti per causa di forza maggiore. Oggi, 2 novembre, grazie a tanti sacerdoti che generosamente faranno uso della loro libera facoltà di celebrarne tre, il popolo di Dio vedrà un grande moltiplicarsi del Sacrificio eucaristico. Così, evitando ogni assembramento, potrà ricordarsi di sperare e di andare alla fonte della nostra speranza: per noi stessi e per chi non c’è più ma che amavamo e amiamo ancora. Dagli ospedali ci vengono cronache terribili di persone morte da sole: possano la preghiera e l’amore tessere di nuovo il filo delle relazioni spezzate dal virus e dai protocolli di sicurezza.