Papa Francesco ha deciso di concedere l’Indulgenza plenaria con la preghiera straordinaria di oggi, venerdì 27 marzo 2020. Ma ci sono condizioni precise per riceverla. In primis, bisogna capire cos’è: si tratta della piena manifestazione della misericordia di Dio nei confronti degli uomini. Quindi è la remissione della pena temporale ottenuta per i peccati commessi. Aleteia ha poi precisato alcuni aspetti. In molti si chiedono se possano ricevere l’indulgenza plenaria pur sentendosi particolarmente turbati, arrabbiati o agitati. «Per ricevere l’indulgenza bisogna sentirsi in stato di grazia. Si tratta di una condizione di amicizia con Dio in cui la persona deve sentirsi disposta ad abbandonare qualsiasi tipo di peccato, anche veniale».



Di conseguenza è fondamentale avere una serenità d’animo per cogliere questo grande gesto di Papa Francesco, soprattutto ora che l’umanità sta attraversando un momento difficile. Le indulgenze plenarie prevedono tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. Ma vista la pandemia non c’è bisogno di confessarsi prima di riceverla: le chiese infatti sono chiuse. (agg. di Silvana Palazzo)



Qui la diretta della preghiera del Papa con Benedizione Urbi et Orbi (dalle h.18)

LE MODALITÀ PER RICEVERE IL PERDONO

Ci avviciniamo sempre più alla preghiera di Papa Francesco in piazza San Pietro, occasione nella quale verrà concessa la possibilità di ottenere l’Indulgenza Plenaria. Per capire ancora meglio la portata di questo gesto voluto dalla Chiesa Cattolica in questo momento così delicato nella storia dell’umanità, ci affidiamo di nuovo alle parole del Cardinale Mauro Piacenza della Penitenzieria Apostolica, che ha preparato con il Santo Padre questo momento straordinario.



Piacenza, nel corso dell’intervista concessa ai media vaticani, ha spiegato nei dettagli le condizioni per ricevere il dono dell’Indulgenza Plenaria: “Ai malati e a chi li assiste è chiesto di unirsi spiritualmente, là dove è possibile attraverso i mezzi di comunicazione, alla celebrazione della Messa o alla recita del Rosario o alla Via Crucis o ad altre forme di devozione. Se questo non è possibile, è chiesto di recitare il Credo, il Padre Nostro e un’invocazione a Maria. A tutti gli altri, a chi offre preghiere per le anime dei defunti, per chi soffre, e invoca la fine della pandemia, è chiesto – ove sia possibile – una visita al Santissimo Sacramento o l’adorazione eucaristica. Oppure, ancora, la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Rosario o la Via Crucis”.

Ancora più delicata è naturalmente la posizione di chi si trova in punto di morte: “A ciascuno di loro è donata l’indulgenza plenaria, purché siano debitamente disposti e abbiano recitato abitualmente durante la loro vita qualche preghiera. Come si vede, un grande manto di misericordia viene steso su tutti coloro che desiderano riceverla”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

UN’OCCASIONE DI GRAZIA PER TUTTI

Per capire meglio l’importanza e l’eccezionalità dell’Indulgenza Plenaria prevista in occasione della preghiera di Papa Francesco con tutti i fedeli del mondo in collegamento tramite i mezzi di comunicazione, ci affidiamo anche alle parole di mons. Antonio Interguglielmi, per molti anni cappellano della RAI, teologo e canonista, che ha rilasciato una lunga intervista a In Terris. Interguglielmi sottolinea l’eccezionalità di questo gesto voluto dal Papa nel mezzo dell’epidemia di Coronavirus: “È indispensabile leggere il decreto della Penitenziaria Apostolica come una risposta ad un momento di grande difficoltà e paura che tutti stiamo vivendo: Cristo si fa presente attraverso la Sua Chiesa con il conforto del Perdono e con la speciale grazia dell’indulgenza plenaria”.

Possibilità assai preziosa per i malati, ma più in generale per tutti i fedeli che in queste settimane non hanno la possibilità di partecipare alla S. Messa e di accostarsi al sacramento della Penitenza: “Nessuno può essere escluso da questa Grazia: in primo luogo i malati e chi si prende cura di essi in prima linea, come i familiari, i medici, i sanitari, che la ricevono secondo quanto leggiamo nel decreto, anche soltanto recitando il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Vergine Maria. La Chiesa è un ‘corpo’, contraddistinto dalla ‘comunione’, come ci insegna il Vaticano II, pertanto è espressione di questo la concessione dell’indulgenza plenaria anche a tutti quei fedeli che si uniscono in preghiera per i malati, i fratelli che ne sono state vittime e per la cessazione dell’epidemia”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

UN GRANDE MANTO DI MISERICORDIA

Sarà una giornata storica e non solo per la preghiera universale convocata in tutto il mondo da Papa Francesco: la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria “da remoto” è un primum nella storia, o quantomeno era già successo che tramite la benedizione “Urbi et Orbi” in diretta streaming vi fosse la possibilità di ricevere l’indulgenza per i propri peccati. Ma qui il fatto è ancora più straordinario perché con le persone rinchiuse in casa “a forza” non vi potrà essere una confessione e nemmeno una comunione “fisica”: lo spiega bene il Cardinal Mauro Piacenza della Penitenzieria Apostolica che ha preparato assieme al Santo Padre questo momento straordinario «Un grande manto di misericordia viene steso su tutti coloro che desiderano riceverla. La legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime. La Chiesa sta al mondo per annunciare il Vangelo e per offrire i sacramenti, cioè la sovrabbondanza di doni e di grazia divina che sono messi a disposizione di tutti. È evidente a ciascuno di noi la crisi che stiamo attraversando in questo momento, purtroppo ormai in tanti Paesi del mondo», spiega nell’intervista con i media vaticani.

In merito alla condizione di confessione individuale richiesta dalla Chiesa per ricevere l’indulgenza, il Card. Piacenza sottolinea «È una possibilità citata dal Catechismo della Chiesa cattolica: l’esame di coscienza e la recita dell’Atto di dolore, una vera contrizione accompagnata dal proposito di non peccare più e di recarsi al confessionale non appena sarà possibile, sono graditi a Dio, ci riconciliano con lui e ottengono il perdono dei peccati».

LA PREGHIERA E L’INDULGENZA

Dal Padre Nostro universale fino alla Preghiera con messaggio “Urbi et Orbi” e la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria per i peccati: nel giro di tre giorni la Chiesa di Papa Francesco nel momento di massima crisi mondiale per il coronavirus tenta in ogni modo di avvicinare i fedeli spaesati, spaventati e impauriti nelle proprie case con gesti e simboli “straordinari”. Lo è stata la preghiera universale alle ore 12 ieri e lo sarà ancor di più il momento di preghiera convocato domani 27 marzo alle ore 18: l’annuncio lo fece lo stesso Papa Francesco nell’Angelus del 22 marzo scorso, «Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo, possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto.

Con questa medesima intenzione, venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. Fin d’ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria». Il gesto con cui l’intera Chiesa viene convocata dal Santo Padre in un unico abbraccio vede la possibilità di ricevere quell’indulgenza plenaria che già in questo momento drammatico di epidemia la Santa Sede aveva proposto dopo l’ultimo Decreto della Penitenzieria Vaticana: «A tutti coloro che si uniranno spiritualmente a questo momento di preghiera tramite i media sarà concessa l’indulgenza plenaria secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica» spiega il comunicato della Santa Sede siglato dal Pontefice.

INDULGENZA PLENARIA DAL PAPA: COME OTTENERLA

L’indulgenza plenaria, come noto, è un elemento della dottrina cattolica con il quale si riferisce la possibilità di cancellare totalmente o con parziale remissione della pena temporale dovuta per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmente. L’indulgenza che viene in alcune specifiche occasioni della vita cristiana concessa al popolo dei fedeli, dottrinalmente, cancella la pena temporale: attenzione, con “temporale” non si intende terrena, ma con una durata di tempo non eterna; può essere terrena, oppure da scontare in Purgatorio. In questi tempi straordinari, con le chiese chiuse per effetto del coronavirus e senza che vi sia la possibilità di una confessione intima con il proprio sacerdote, Papa Francesco assieme alla Penitenzieria Apostolica ha messo a punto una speciale indulgenza plenaria concessa ai malati di coronavirus, agli operatori sanitari, ai familiari e a quanti, con modalità differenti si prendono cura di chi sta male.

Le condizioni poste dalla Chiesa sono chiare e riferite dall’ultimo decreto del 20 marzo: «Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, alla pia pratica della Via Crucis o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio oppure ad altre preghiere delle rispettive tradizioni orientali, ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile». Con la preghiera domani alle ore 18, per chi vi partecipa, vi sarà la possibilità di ricevere ugualmente l’indulgenza plenaria anche se non si è specifici “malati Covid-19” o con le condizioni sopraddette.