“La salute in questo momento è la priorità-Paese e la fine dell’emergenza sanitaria non può essere certo dichiarata per decreto. Però con il virus tutti dobbiamo imparare a convivere. E il governo ha fissato già a metà marzo gli standard appropriati per far operare le imprese in sicurezza. La manifattura italiana è pronta”. Dice al Sussidiario Massimo Carboniero, presidente dell’Ucimu: “Gli imprenditori non vogliono tirare per la giacca nessuno. Però dopo quattro settimane di ‘lockdown’ una riflessione è doverosa sulla necessità di ricominciare a produrre Pil. Lo ribadisco: ricominciare in condizioni di massima sicurezza”.
Presidente Carboniero, i produttori di macchine utensili hanno chiuso gli stabilimenti il 25 marzo.
Sì, ci siamo attenuti costantemente alle direttive del governo. Che, lo dico onestamente, ci hanno sorpreso e deluso a riguardo dell’esclusione del nostro settore – che è di filiera per tutte le principali produzioni fra cui quelle essenziali – dai codici Ateco scelti dal governo.
L’impatto del “lockdown” è stato importante?
Dopo quattro settimane di blocco è giunto il Fmi a certificare il pesantissimo contraccolpo prevedibile a fine anno per l’intero Pil italiano. Il calo del fatturato e delle produzioni e i grossi problemi di liquidità sono sotto gli occhi di tutti, oltre ai rischi per il mantenimento dei livelli occupazionali. Ma il danno più pericoloso è sottovalutato perché silente.
A cosa si riferisce?
Se non riusciamo a consegnare in tempi accettabili gli ordini di macchine ricevuti dai nostri clienti esteri, questi clienti si rivolgeranno a fornitori esteri nostri concorrenti. Vi sono Paesi produttori di metalmeccanica rimasti aperti nonostante l’epidemia: uno di questi è la Germania. Il vero rischio è quello di perdere in poco tempo quote di mercato internazionale che abbiamo impiegato anni a conquistare grazie a investimenti continui in innovazione e in marketing.
Per questo voi chiedete di mettere in agenda una riapertura immediata.
Noi chiediamo a tutti i soggetti di governo e a tutte le forze sociali interessate al lavoro delle nostre imprese di valutare la ripresa dell’attività in sicurezza. Non possiamo più aspettare, con il rischio di danni irreparabili per le nostre aziende.
Quali sono le condizioni di sicurezza che state predisponendo?
Sono già predisposte in massima misura sulla base delle ordinanze del governo. Massima dotazione di mascherine e guanti, massimo rispetto delle distanze sul luogo di lavoro, massimo uso di dispositivi come i misuratori di febbre, massima implementazione dei protocolli di sanificazione ambientale. E poi massimo ricorso allo smart working nel lavoro degli uffici. E formazione al personale a riguardo delle azioni per la sicurezza e la salute in fabbrica.
Il governo ha insediato una task force di esperti presieduta da Vittorio Colao.
Giudicheremo come sempre dai fatti. È importante che l’esecutivo si sia dotato di un organismo di consulenza credibile, basta che la sua presenza non allunghi i tempi decisionali. Finora si sono incrociate nel sistema-Paese troppe voci discordanti, provenienti soprattutto dal campo tecnico-scientifico.