Importante dote in arrivo per il biologico in Italia. Degli 1,2 miliardi di euro che nell’ambito del Fondo complementare al Pnrr sono stati destinati ai contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, ben il 25% andrà alle produzioni bio. Al settore saranno dunque distribuiti 300 milioni di euro in un arco temporale di 5 anni. 



Lo stanziamento – si legge in una nota congiunta diramata da AIAB, AssoBio, Associazione Biodinamica e FederBio – risponde alle sollecitazioni e alle proposte espresse dalle associazioni del mondo bio che avevano scritto al presidente del Consiglio Draghi, al ministro dell’Agricoltura Patuanelli e ai capigruppo di Camera e Senato proprio per sottolineare l’importanza di inserire nel Pnrr misure di sostegno a favore del biologico, come modello produttivo in grado di favorire la transizione ecologica del sistema agricolo e alimentare del nostro Paese, in coerenza con le politiche europee del Green Deal. Misure di sostegno che le associazioni auspicavano si concentrassero sulla promozione di filiere di Made in Italy Bio e di distretti biologici, con priorità per le aree interne e naturali protette.



“Siamo molto soddisfatti di questo risultato concreto – hanno commentato AB, AssoBio, Associazione Biodinamica e FederBio -, che riconosce il nostro impegno nel sostenere come la transizione verso l’agroecologia, con investimenti finalizzati alla crescita del bio, sia un asset fondamentale da inserire nel Pnrr. Le risorse stanziate possono contribuire a rendere ancora più incisivo lo sviluppo di un settore strategico come il biologico, che rappresenta non solo un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma anche un’opportunità concreta di sviluppo per tanti territori rurali del nostro Paese, capace di creare occupazione in particolare per giovani e donne, in piena coerenza con le priorità indicate nel Pnrr”.



Nella lista delle urgenze delle Associazioni del comparto spicca ora la richiesta di investimenti in ricerca e innovazione per il settore, una maggiore spinta verso la digitalizzazione e una fiscalità finalizzata ad agevolare le attività, i prodotti e i servizi che hanno un impatto positivo sull’ambiente.

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