Da lunedì 4 ottobre Milano e la sua Fiera saranno per cinque giorni l’hub globale della meccatronica. EMO 2021 torna dopo sei anni in Italia, unico Paese insieme alla Germania a essere incaricato dell’organizzazione della più importante manifestazione fieristica nel continente che ha visto fiorire nei secoli – ma soprattutto negli ultimi decenni – la civiltà della macchina utensile. Questo è possibile perché il nostro Paese recita, da sempre, un ruolo di primo piano nel panorama internazionale di settore: occupando tuttora la quarta posizione nella classifica dei produttori e degli esportatori. 



È un ruolo competitivo che l’Azienda-Italia vuol mantenere, che sta riuscendo a mantenere anche dopo la violenta cesura imposta dalla pandemia. I dati di previsione per il 2021 sono rivisti oggi al rialzo rispetto a quelli presentati in occasione dell’assemblea di Ucimu nel luglio scorso.

La produzione crescerà del 22% a 6,3 miliardi di euro. Tale risultato è frutto sia dell’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani, sia dell’export che arriverà a 3,4 miliardi, il 19% in più rispetto al dato 2020. Il rapporto export su produzione resterà pressoché stabile a 54%In particolare: le esportazioni cresceranno del 19% a 3,4 miliardi.



Nei primi sei mesi dell’anno, principali paesi di destinazione dell’offerta italiana di macchine utensili sono risultati: Germania, Stati Uniti, Cina, Polonia e Francia. Se guardiamo gli incrementi rispetto ai primi sei mesi del 2020, i risultati migliori sono stati messi a segno in Germania, Polonia e Turchia. Risultano invece in calo le vendite in Cina e Spagna.

Decisamente vivace è la domanda italiana come dimostra il dato di consumo che ci attendiamo si attesti a 4,6 miliardi di euro, il 28% in più rispetto al 2020. A beneficiare della vitalità della domanda interna sono sia i costruttori italiani che gli importatori: le consegne dei costruttori in Italia segneranno, infatti, un incremento del 25% attestandosi a 2,9 miliardi di euro. Le importazioni cresceranno, del 33%, attestandosi a 1,7 miliardi di euro. Nonostante l’incremento il rapporto import su consumo resta stabile intorno al 36% (era il 35% nel 2020).



Per avere un’idea di come sarà il 2022 possiamo invece riferirci agli ultimi dati relativi all’andamento degli ordini del secondo trimestre 2021. Come sapete infatti gli ordini raccolti si trasformano in “produzione” nei sei- otto mesi successivi. L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel secondo trimestre dell’anno, ultimo dato disponibile, evidenzia una crescita decisa pari al 187% rispetto al secondo trimestre 2020 (che però, dobbiamo ricordarlo, comprende aprile, mese di stop per il lockdown, e dunque rappresenta un trimestre decisamente difficile). 

Gli ordini interni sono cresciuti del 368% e gli esteri del 132% rispetto al periodo aprile-giugno 2020. È risultata in crescita anche la capacità produttiva il cui indice ha sfiorato l’80%. Il dato risulta superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre 2019; dunque torniamo ai livelli di pre-pandemia. Anche il carnet ordini è cresciuto a 7 mesi, tornando così, di fatto, sui livelli record del 2018. In media di anno (6 mesi) l’indicatore si è attestato a 6,8%; ancora una volta il dato è molto vicino a quello registrato nel 2018.

Alla luce di queste rilevazioni, possiamo dire che il momento economico per il nostro Paese così come per il settore è decisamente favorevole anche grazie alla disponibilità degli incentivi governativi previsti per chi acquista nuova tecnologia di produzione, 4.0 e tradizionale. Questo va evidentemente a vantaggio degli oltre 700 espositori – 300 dei quali italiani – di EMO 2021 che funziona sempre come “booster” degli investimenti e che probabilmente, per questa edizione, vista l’assenza per più di un anno di manifestazioni espositive di caratura internazionale, potrà favorire ancora di più la raccolta ordini per i mesi a venire.