Come sta andando l’economia? Quali sono le previsioni per il 2021? Queste sono le domande che, ad ogni sorger del sole, si e ci pongono molte persone.
Pur impegnandosi a fondo in studi economici, non è semplice dare risposta a tali quesiti. Forse sarebbe agevolato uno storico che, mettendo in linea tasselli e varianti nel tempo, potrebbe individuare i movimenti futuri. Oppure, più facile, un mago che vede il tutto con la sua sfera di cristallo. Noi dobbiamo analizzarlo raccogliendo dati da terzi che operano, giorno dopo giorno, sul campo.
Prendendo i dati da chi opera nel settore dei beni strumentali, tramite il centro studi di Federmacchine, possiamo prevedere, dato l’incremento di ordini a fine 2020, che il 2021 potrà essere l’anno di una ripresa che non potrà certo coprire quanto perso nel 2020 e, in parte, nel 2019. Le previsioni che ci indicano le associazioni del comparto portano a una previsione di fatturato del macro comparto ad almeno 43,2 miliardi di euro, l’8,9% in più dell’anno precedente, con un export che si incrementerà di almeno l’8% e un consumo nazionale che, attestandosi a 22,3 miliardi di euro, si avvantaggerà del 12,4% rispetto al 2020. Sono numeri che fanno ben sperare ma che, nella globalità, risultano pari a quelli del 2017.
Questo porta a pensare che, nonostante gli sforzi del governo di replicare i vari finanziamenti, in particolare indirizzati al raggiungimento aziendale della mission proposta da Industrie 4.0, l’industria manifatturiera italiana, colonna portante del sistema produttivo nazionale, non ha ancora dato i risultati attesi. Cosa fare allora? Ecco qualche suggerimento:
• rendere strutturali gli incentivi, magari con qualche rialzo nelle percentuali di intervento, per permettere alle aziende di programmare gli investimenti in linea con 4.0;
• intervenire con maggior vigore nelle logiche formative per permettere a chi già opera in azienda di non rimanere in arretrato rispetto alle nuove conoscenze necessarie per operare in fabbriche digitalizzate;
• agire con una grande azione di comunicazione, affinché quanto sopra e la promozione dei corsi post diploma di formazione tecnica assumano, nel concetto delle persone, la medesima valenza degli studi classici o scientifici;
• accentuare le informazioni su quanto interesse e tempo debba essere dedicato da persone e aziende al tema della sostenibilità in tutte le sue accezioni: ambientale, economica e sociale;
• sburocratizzare la macchina statale per accelerare la nascita di uno Stato più efficiente.
Se agiremo tutti in modo sincrono su queste tematiche, allora questi primi segnali di ripresa, che sappiamo verranno sostenuti anche da un importante intervento di supporto europeo, si trasformeranno nel rilancio della competitività, a livello internazionale, della nostra economia.
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