Perché grandi multinazionali del food continuano a investire nel nostro Paese? Una risposta può venire dal caso di Sanpellegrino. La fotografia appena scattata dal Bilancio di Sostenibilità 2021 dell’azienda – parte di quel Gruppo Nestlè, che solo pochi mesi fa ha annunciato un piano di investimenti destinati a innovazione e sostenibilità di oltre 200 milioni di euro per il triennio 2021 – 2023 – racconta come in Italia politiche orientate alla crescita green consentano di generare significative ricadute socio-economiche.



Numeri alla mano, Sanpellegrino ha infatti creato 2,5 miliardi di euro di valore condiviso lungo la filiera in Italia, pari a 2,8 volte il proprio fatturato (893 milioni di euro), producendo un contributo equivalente allo 0,15% del Pil.

L’azienda, punto di riferimento in Italia nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche e ambasciatrice del made in Italy in oltre 150 Paesi, ha raggiunto questo risultato puntando soprattutto su tre pilastri. Il primo riguarda l’efficientamento dei sistemi produttivi. Dal 2011, il 100% dell’energia elettrica acquistata in nei siti produttivi di Sanpellegrino deriva infatti da fonti rinnovabili certificate. Ma non solo. La società ha anche progressivamente diminuito i propri consumi energetici diretti e indiretti, calati del 6% nel 2020, rispetto all’anno precedente. E ancora interventi volti alla riduzione di anidride carbonica sono stati messi a sistema negli stabilimenti di San Pellegrino Terme, San Giorgio in Bosco, Cepina e Scarperia. Interventi che hanno portato anche a una conseguente riduzione delle emissioni climalteranti, al centro nell’ultimo anno di una flessione del 7% rispetto al 2019. Sotto la lente è finito poi anche l’uso di acqua industriale: grazie a una riduzione degli sprechi si è arrivati a un consumo medio, nel 2020, di 1,1 litri per litro di acqua minerale naturale imbottigliato. Infine, l’azienda ha implementato anche strategie volte a recuperare il 100% dei rifiuti per trasformare materiale di scarto in una risorsa, in un’ottica di economia circolare. Un impegno cui si aggiunge la riduzione della produzione di rifiuti, scesa del 13% rispetto al 2019. 



Il secondo pilastro dell’azione di Sanpellegrino rimanda invece ai piani di logistica sostenibile che oggi consentono di trasportare il 45% dell’acqua su mezzi a ridotto impatto ambientale. Mezzi che privilegiano la rotaia o l’alimentazione a GNL (Gas Naturale Liquefatto) e che, paragonati ai veicoli diesel, consentono una di ridurre le emissioni di anidride carbonica fino al 15%, di annullare quasi le emissioni di particolato, anche sottile, e diminuire fino al 90% le emissioni di Nox (somma di monossido di azoto e biossido di azoto). Ma c’è di più. Il Gruppo riesce anche a ottimizzare i carichi grazie a rimorchi ultraleggeri che permettono di aumentare il numero di bancali trasportati per viaggio. E per implementare l’utilizzo dei biocarburanti, Sanpellegrino prevede anche di investire oltre 4 milioni di euro l’anno per il trasporto su terra e via mare.



Il terzo cardine della strategia di Sanpellegrino è infine rappresentato dall’utilizzo di packaging sostenibili. Tutti i materiali di confezionamento utilizzati dall’azienda – plastica, vetro e alluminio – sono al 100% riciclabili. E gli interventi non si limitano a toccare la fase a valle della produzione, agendo anche a monte. Il Gruppo sta infatti incrementando l’utilizzo di plastica riciclata nella produzione delle proprie bottiglie con l’obiettivo di utilizzare, in media, entro il 2025, almeno il 50% di PET riciclato. E non solo. Per il 2030 si è prefissato un traguardo ancora più ambizioso: raccogliere tante bottiglie quante ne produce.

Trasversali ai tre pilastri di azione di Sanpellegrino, ci sono poi gli sforzi per contrastare i cambiamenti climatici. L’azienda si è infatti impegnata ad annullare le emissioni dei propri brand di acqua minerale naturale (S.Pellegrino, Acqua Panna e Levissima) e delle Bibite Sanpellegrino entro il 2022, intervenendo su tutto il perimetro dei propri marchi, nell’intero ciclo produttivo e lungo tutta la filiera. Un percorso destinato a far raggiungere la carbon neutrality dell’intero portafoglio prodotti del Gruppo entro il 2025.

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