“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Dante Alighieri conclude con questo verso la parte della Divina Commedia dedicata all’Inferno. Un viaggio faticoso, quello di Dante, che con il poeta Virgilio può finalmente ammirare il cielo stellato, terso. I due poeti, stanchi, vedono però dinanzi a loro un cammino più luminoso e intriso di speranza.



L’Italia in questo momento è proprio sotto un cielo simile, pronta al gran ritorno “nello spazio che conta”. Gli italiani sono abituati a sognare, spunto di creazione. Non per nulla nel 1964 l’Italia fu il primo Paese, dopo Usa e Urss, a far volare un satellite, il San Marco, protettore di quella Venezia “che spalancò le porte del mondo”. La storia dello spazio nell’immaginario è solo Usa e Urss, in realtà parla molto italiano, un seme che ha portato alla creazione di un comparto industriale tra i più avanzati al mondo.



L’Italia ha una propria agenzia spaziale, l’Asi, ed è attiva nell’Esa (l’Ente spaziale europeo) con uomini e mezzi. Lo spazio ha un ruolo strategico e il nostro Paese, già terza potenza mondiale, oggi è la sesta, ma rimane saldamente nell’area d’eccellenza.

Economia spaziale in numeri

L’economia derivante dallo spazio genera nel nostro Paese un giro d’affari da oltre 2 miliardi di euro, con 200 aziende, di cui l’80% Pmi, e oltre 8mila addetti. Uno dei motori di crescita più promettenti per l’Italia, che nonostante anni “d’inferno” ha da quasi un lustro ripreso il proprio ruolo a livello internazionale. Esistono ben 12 distretti industriali dedicati al settore, guidati dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio, che aggrega tutti gli attori della filiera.



Esiste, poi, un Comitato interministeriale per le politiche spaziali a livello di Presidenza del Consiglio, avulso dalle beghe di partiti e politici, che lavora con al centro gli interessi del Paese.

Nello spazio la navigazione è tutto, e a tal proposito Thales Alenia Space Italia ha strappato un importante contratto per lo sviluppo e la costruzione dei primi sei satelliti della costellazione Galileo di seconda generazione. Questo risultato per l’industria spaziale italiana è fondamentale, perché segue il progetto americano (SpaceX, quindi Elon Musk) che porterà con gli “sciami” di satelliti ad avere internet attivo sulla Luna (e poi su Marte), oltre a una serie di dati navigazione per i voli “commerciali automatizzati”.

Aziende italiane e spazio

La conquista dello spazio è un connubio tra pubblico e privato: nel caso degli Usa lo Stato è la Nasa, il privato è SpaceX. In Italia non abbiamo ancora grandissime imprese private che hanno creduto nel settore spaziale, ma è questione di tempo. Anche un colosso come Fca (oggi Stellantis) si sta avvicinando alla “mobilità spaziale”. Nel mentre Thales Alenia Space e la Axiom Space (Usa) svilupperanno negli stabilimenti di Torino i primi due elementi pressurizzati della stazione spaziale di Axiom, la prima stazione commerciale al mondo. I moduli saranno lanciati nel 2024 e nel 2025, inizialmente attraccati all’attuale Stazione spaziale internazionale (ISS), dando vita al nuovo segmento orbitale della Stazione Axiom.

La Stazione Axiom avrà la funzione di nodo centrale per la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa (Leo). Verrà quindi ampliato il volume utilizzabile e abitabile della Iss e sarà agganciata al modulo Iss Nodo 2, costruito anch’esso da Thales Alenia Space. L’Italia, quindi, ha posto il proprio marchio nel cuore stesso del nuovo commercio, non più solo internazionale, ma spaziale.

La stessa Alenia sarà protagonista del Gateway lunare, ovvero di quella stazione di lancio e ricerca che in futuro ci darà la possibilità di colonizzare porzioni del sistema solare. Un futuro che non è poi così remoto. L’alleanza spaziale di Leonardo e Thales porterà in dote al nostro Paese un ruolo di protagonista, ai più sconosciuto.

L’Esa Business Incubation Centre Turin nasce a Torino e per sette anni avrà la missione di supportare l’avvio e lo sviluppo di almeno 65 start up della space economy.

Il programma Artemis

Il programma Artemis della Nasa ha l’obiettivo, a medio termine, di portare l’uomo sulla Luna (sarà una donna a sbarcare per prima) e poi su Marte. Attualmente sono in corso verifiche di lancio, poi verrà mandata una nave spaziale senza equipaggio intorno alla Luna. Ci sarà, poi, un viaggio con equipaggio senza atterraggio e infine verrà stabilita la data inaugurale del secondo programma lunare della storia.

Apollo fu un programma spaziale americano, creato per fini militari, ovvero superare in campo spaziale l’Urss, e non ebbe in realtà un fine scientifico. Artemis nasce invece come consorzio internazionale tra pubblico e privato e vede una forte partecipazione dell’Italia. Il programma impiegherà, infatti, moduli per l’equipaggio e servizi di telecomunicazione di produzione italiana.

Il nostro Paese, inoltre, avrà un ruolo cruciale nella realizzazione della parte dotata di finestre del modulo abitativo Esm, del lander logistico lunare e del modulo Human landing lunare. Insomma, il nostro Paese sarà protagonista assoluto.

L’Italia, al mondo, è uno dei pochissimi Paesi a possedere una filiera completa di prodotti e servizi nel settore spaziale, siamo autonomi quindi in un settore altamente competitivo per il futuro.

Bisogna iniziare a dirlo, onde evitare che i nostri migliori cervelli fuggano all’estero.

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