GIANNI INFANTINO E IL SELFIE “SCOMODO”

Si può proprio dire che non sia il periodo di maggiore popolarità di Gianni Infantino. L’ultima “bravata” del presidente della Fifa è arrivata a Santos: un selfie davanti alla bara di Pelé. Naturalmente Infantino era presente alla veglia funebre di O Rei, morto lo scorso 29 dicembre, come tantissime altre personalità del mondo del calcio, e non solo; ecco, a scatenare l’ira social del popolo è stato… uno scatto social. Infantino posa – sorridente – insieme ad alcuni compagni di Pelé nel Santos; dietro il gruppo, il feretro del campionissimo brasiliano. Va detto che il presidente della Fifa, nella giornata di martedì, si è nuovamente affidato a Instagram per spiegare come la fotografia sia stata voluta proprio dagli ex calciatori del Santos e che, non essendo loro “pratici”, sia stato lui a prendere in mano il telefono e immortalarsi insieme agli altri. Questo per provare a spegnere le critiche, ma purtroppo le critiche ci sono state comunque e altri, siamo certi, ne arriveranno.

Ora: sia concessa una divagazione. Il modo in cui si reagisce ad un funerale, e più ad ampio raggio alla morte, non può e in un certo senso non deve essere uniformato e creato con lo stampino. Ciascuno sta davanti all’insondabile mistero della fine dell’esistenza per come gli riesce, o per quella che è la sua sensibilità: per di più, se è vero che la morte è morte a chiunque capiti, è altrettanto vero che la relazione con chi lascia questo mondo è diversa che si tratti di un parente, un amico, un conoscente o altro ancora. Insomma: il succo del discorso non è certo che Infantino non fosse in lacrime davanti alla bara di Pelé, e del resto altre immagini da lui pubblicate lo ritraggono in pose decisamente più “serie”.

 

COME SI STA DI FRONTE ALLA MORTE?

Del resto è anche difficile entrare nel merito: come ci si deve porre nei confronti della morte? Personalmente, più volte mi è capitato di assistere a funerali che parevano più che altro delle feste: può succedere se si è convinti che la morte non sia l’ultima parola sulla vita, e che ci sia preparato qualcosa di meglio per l’eternità. Mi metto tra quelli, senza approfondire: non è questa la sede.
Qual è allora il punto del selfie di Gianni Infantino davanti alla bara di Pelé?

Intanto, spiace dirlo, quando si è un personaggio pubblico si è consapevoli di andare incontro a critiche per cose più banali; a volte le valutazioni (soprattutto negative) avvengono anche a prescindere dal fatto, solo per essere “quel” personaggio. Anche qui, non ne facciamo un saggio lungo: è l’epoca dei social, è un tema affrontato in parecchie salse, potremmo anche scomodare il grande Chesterton ma siamo ancora in altro campo.

INFANTINO: UN SELFIE FUORI LUOGO

Facendola breve, i problemi per Infantino sono due. Il primo, più “serio”: ci sono delle leggi non scritte che vanno sotto il nome di buon senso, o rispetto o tatto (chiamatelo come volete), e sicuramente l’evitare di scattarsi fotografie davanti a una bara, con familiari presenti, rientra tra queste. Per dire: qualche metro più in là e con un altro sfondo la cosa avrebbe potuto turbare meno (non gli haters eventualmente, ma questo è appunto un altro discorso). Il secondo problema: ultimamente Infantino pare essere entrato in una spirale di “strafalcioni” che non sono passati inosservati. Dall’ormai celebre “mi sento gay, arabo e migrante” per difendersi dalle critiche piovute sul “suo” Mondiale in Qatar all’irruzione di Salt Bae sul terreno di gioco di Losail, con tanto di fotografie con una Coppa del Mondo che mai avrebbe potuto toccare.

Da qui, per arrivare al bisht indossato da Leo Messi con lui sorridente al fianco. Va bene, magari la decisione di vestire il capitano dell’argentina con l’abito tradizionale non è sua, così come potrebbe non essere stato lui a invitare lo chef turco in campo; tuttavia, si tratta di due palesi infrazioni al codice Fifa ed è fin troppo evidente che Infantino non possa non essere additato come responsabile, o tra i responsabili (diciamo che era “connivente”). Il selfie davanti alla bara di Pelé certamente non infrange alcun regolamento, non in termini ufficiali: fa però rima con “cattivo gusto” e, considerato il periodo, Gianni avrebbe potuto evitare.