L’intelligenza artificiale sta trovando in campo medico un ampio spazio di utilizzo, soprattutto per la prevenzione e la diagnosi sempre più accurata di molte malattie. Ovviamente, come affermano i medici, anche se la tecnologia non potrà mai superare l’opera dell’uomo, può comunque aiutare per permettere un numero di errori sempre minore. Nel campo delle malattie cardiache, alcuni tra i fattori che incidono di più sulla comparsa di condizioni gravi e attacchi improvvisi sono di origine genetica, ma ci sono anche degli appositi screening preventivi, che monitorando i livelli di una proteina chiamata troponina possono prevenire l’infarto.



Perchè questa sostanza aumenta in concentrazione nel sangue quando c’è un attacco cardiaco in corso o danni al cuore che potrebbero provocare altre conseguenze. Il problema è che attualmente resta difficile fare una diagnosi accurata preventiva perchè i medici oltre alle analisi immediate devono anche tenere conto di una serie di fattori, di salute, anagrafici, e dello stile di vita del paziente. Da una ricerca britannica, è stato messo a punto da alcuni scienziati un algoritmo in grado di mettere insieme tutti questi dati raccolti e di analizzarli per diagnosticare e prevenire in tempi brevi la comparsa di un infarto.



Come funziona l’algoritmo che diagnostica l’infarto

Un articolo del quotidiano The Sun ha illustrato il nuovo algoritmo messo a punto dai ricercatori dell’Università di Edinburgo, con studi finanziati principalmente dall’associazione di cardiologi della British Heart Foundation, il sistema si chiama Code-Acs, attraverso l’intelligenza artificiale riesce a tenere in considerazione una serie di dati dei pazienti, dall’età alle malattie pregresse fino alle ultime analisi chimiche effettuate, permettendo di escludere il rischio infarto.

Il professor Nilesh Samani, direttore della fondazione ha dichiarato che “Questa nuova scoperta potrà portare a diagnosi accurate del 99% e di ridurne notevolmente i tempi“, portando quindi l’incidenza degli errori umani, fatti nei pronto soccorso, al 50% in meno di quella attuale, che è molto alta e pericolosa, perchè dalle statistiche emerge che molti pazienti che ricevono una diagnosi errata rischiano di morire di infarto nei successivi 30 giorni. Lo screening è stato testato su un totale di 10038 persone, tra coloro che si erano recate in ospedale con sintomi cardiaci.infart