Le infermiere filmate nude in doccia al termine del proprio turno di lavoro in un ospedale di Empoli, ai microfoni del Corriere della Sera, hanno raccontato l’incubo che è iniziato qualche giorno fa, quando una di loro ha trovato la micro telecamera nascosta tra le piastrelle del bagno. In più occasioni aveva notato quella che sembrava una semplice scheggiatura, prima di infilare per scrupolo la mano e afferrare l’apparecchio nero. “Ci hanno spiato durante la doccia chissà per quanto tempo”, racconta.
La micro telecamera, in base a quanto emerge dalle indagini, era collegata con un cavo a un monitor da cui l’artefice spiava le dipendenti della struttura, che sono oltre un centinaio. “Non è stata soltanto una molestia, che sarebbe già una cosa gravissima, ma una violenza vera e propria”, denunciano. “Siamo profondamente turbate. È stato uno spregio al nostro essere donne, mamme e lavoratrici. Persone che ogni giorno fanno il proprio dovere aiutando i pazienti e salvando vite umane. E che si lavavano dopo aver indossato ore e ore maschere e tute per proteggersi dal Covid”. In massa si sono così rivolte alle forze dell’ordine.
Infermiere filmate nude in doccia in ospedale Empoli: i video rischiano di finire sul web
I Carabinieri di Empoli adesso stanno indagando sulla vicenda delle infermiere filmate nude in doccia in ospedale per individuale il colpevole. “Circolava la voce di una perquisizione e di una persona inquisita”, ha detto Simone Baldacci, coordinatore Cgil Funzione pubblica Toscana centro, al Corriere della Sera. “Speravamo che questo caso vergognoso fosse stato risolto ma poi non abbiamo saputo più niente”. Il sentore è che la persona in questione sia un addetto ai lavori della struttura, dato che la zona degli spogliatoi è difficilmente accessibile al pubblico.
Oltre alla caccia al malvivente, però, le autorità dovranno occuparsi di un altro aspetto della vicenda: evitare che i filmati contenuti nel database della micro telecamera vengano diffusi. È questo l’appello che le cento infermiere coinvolte hanno lanciato. “Rischiamo di finire sul web in pasto a maniaci e guardoni”, dicono.