Si era vaccinato tra i primi contro il Covid-19, non perché obbligatorio, ma in quanto ci credeva, eppure il virus se l’è portato via mentre si trovava in vacanza con la famiglia in Sardegna. È quanto successo a Gabriele Napolitano, infermiere 63enne dell’ospedale Cotugno di Napoli, ucciso dal Coronavirus nonostante la somministrazione del siero in prima dose il 27 dicembre e col richiamo del mese successivo. L’operatore sanitario, andato da poco in pensione, si è sentito male ed è stato ricoverato presso l’ospedale di Sassari dove però, nel giro di qualche giorno, le condizioni sono precipitate fino all’inevitabile decesso. La famiglia, sconvolta, ha affidato al figlio di Gabriele le parole di dolore: “Questo coronavirus ti ha portato via nel modo più straziante che una persona potesse immaginare, sei stato il nostro faro su cui tutti noi potevamo contare“.



Stando a quanto emerso Gabriele Napolitano sarebbe uno dei rari casi in cui, nonostante il vaccino, il virus riesce ad aggirare la protezione del siero. Non ci sono ulteriori dettagli, ma sembrerebbe che l’operatore sanitario sia stato colpito da una delle varianti più aggressive che ha sfruttato il calo degli anticorpi col trascorrere dei mesi per colpire in maniera irreversibile il corpo del 63enne. “Gabriele appartiene alla variabile statistica che ci dice che la protezione del vaccino – dalle infezioni severe e a volte letali – non è del 100% ma del 97-98%, con un progressivo calo della protezione dal sesto mese” ha spiegato a “Il Mattino” Giuseppe Fiorentinoprimario di Pneumologia dell’ospedale Monaldi di Napoli.



Infermiere vaccinato muore di Covid: Nursing Up vuole terza dose

Appresa la notizia della morte dell’infermiere dell’ospedale Cotugno di Napoli Gabriele Napolitano anche Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani, è intervenuto per omaggiare il collega: “La notizia del decesso di un infermiere ci amareggia lasciandoci nello sconforto“. Il presidente nazionale Antonio De Palma ha poi chiesto: “Si apra ufficialmente una inchiesta sul decesso, facendo un’analisi approfondita della reale efficacia del vaccino rispetto alle varianti e alle conseguenze in caso di re-infezione. In questa pandemia gli infermieri hanno già dato tanto, in termini di vite umane e di contagi“.



“Non solo è morto un infermiere, ma è sotto gli occhi di tutti, a diciotto mesi dall’inizio dell’emergenza e nonostante la tanto decantata campagna vaccinale, che il rischio di decessi per chi è già stato vaccinato con due dosi, non è certo inesistente” ha proseguito De Palma. Da parte di Nursing Up l’appello al ministero della Salute: “Ci rivolgiamo pubblicamente al ministro della Salute, al Commissario all’emergenza e al presidente delle Regioni. Chi tutela quegli operatori sanitari già vaccinati – esposti ogni giorno al rischio di un nuovo contagio – adesso che la tragica morte del collega prova la fallacità di quelle tesi che sostengono che, di fronte ad una eventuale nuova infezione, i soggetti già vaccinati non corrono il rischio di conseguenze tanto gravi fino al decesso?“.