“È importante preservare la propria fertilità sin da giovani, è un aspetto della propria salute. Troppo spesso le coppie che cercano un figlio vengono indirizzate verso la fecondazione assistita senza un adeguato iter diagnostico che chiarisca le terapie possibili per ripristinare la fertilità naturale”: è questo il monito di Alberto Ferlin, docente di Endocrinologia all’Università di Padova e direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Andrologia e medicina della riproduzione all’Azienda ospedaliera di Padova. Ad Avvenire, l’esperto osserva che “l’infertilità è in aumento anche perché si cercano figli in età sempre più avanzata, quando anche la fecondazione assistita ha percentuali di successo abbastanza basse”.
All’Università di Padova si è tenuto solo poco fa il corso di alta formazione universitario in “Medicina riparativa per la salute riproduttiva maschile”, diretto dal professor Ferlin. Lo scopo era quello di “capire le cause, migliorare quanto è possibile nello stile di vita, e trovare terapie mediche per ripristinare la fertilità naturale”. Giuseppe Grande, endocrinologo dell’Università di Padova e vice direttore del corso, spiega ancora: “Al master hanno partecipato 13 medici: otto dalla Spagna, uno dalla Polonia e quattro dall’Italia”. Per Ferlin “è un grosso errore credere che la soluzione ai problemi di fertilità sia la fecondazione assistita. Innanzi tutto sono tecniche con una certa percentuale di successo abbastanza bassa. E non si possono dimenticare i limiti biologici”.
“Dobbiamo ripristinare la fertilità naturale”
Come spiega ancora l’andrologo Ferlin ad Avvenire “il primo nostro obiettivo come medici è quello di ripristinare la fertilità naturale. Di fronte a un cardiopatico si cerca di capire il problema, si fanno terapie mediche, poi interventi più invasivi e, solo alla fine, se è necessario, si ricorre al trapianto. Quindi non scarto a priori la fecondazione assistita (che resta un grande avanzamento tecnologico), ma credo che debba arrivare alla fine di un percorso. Medicina della riproduzione non significa automaticamente fecondazione assistita” sottolinea ancora, ribadendo il concetto.
“Occupandomi di andrologia, segnalo infezioni delle vie seminali, che spesso passano inosservate perché non danno sintomi, prostatiti o altre infiammazioni. Oppure patologie che possono comportare una riduzione del funzionamento dei testicoli, e quindi di produzione degli spermatozoi. Ma su molte si può intervenire, anche dal punto di vista medico con farmaci” spiega ancora il medico. Ad incidere anche problemi come il sovrappeso o l’obesità “ma anche fumo, alcol e droghe, oltre alla cattiva alimentazione, soprattutto se sommati, possono giocare un ruolo, ma non è facile indicare valori soglia”. Importante è dunque tenere uno stile di vita sano.