Un’infezione da stafilococco aureo ha rischiato non solo di infrangere il sogno di Bebe Vio di partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, ma ha messo in pericolo la vita stessa della campionessa. “Un altro maledetto batterio, dopo il meningococco di tanti anni fa”, ha raccontato la giovane atleta azzurra, che ha superato questa brutta infezione. Il professor Riccardo Accetta, primario di Traumatologia dell’Irccs Galeazzi di Milano in un’intervista a Repubblica ha spiegato che “l’infezione non curata avrebbe portato alla setticemia, e quindi anche alla morte”. Nella fattispecie, Bebe Vio aveva riportato una sublussazione traumatica del gomito in allenamento, proprio dove ha l’invaso del fioretto.
“Hanno provato a trattarla con l’antibiotico, ma non è bastato perché l’infezione ha colpito l’articolazione, e se fosse andata avanti l’avrebbe distrutta”. I rischi erano altissimi, dunque: rischiava l’amputazione e al tempo stesso la morte. Ma cos’è l’infezione da stafilococco aureo? Si tratta di un microbo che riesce a penetrare nell’organismo, soprattutto se i soggetti sono immunocompressi e usano dispositivi medici invasivi.
INFEZIONE DA STAFILOCOCCO AUREO: COS’È, SINTOMI E COME SI CURA
L’infezione da stafilococco aureo si può presentare come impetigine, quindi eritema che evolve in bolle che scoppiano formando croste, o come foruncoli, follicoli o carbonchio. In alcuni casi compare la sindrome di Ritter-Lyell, quindi vesciche che scoppiano e producono secrezioni oculari mucopurulente. Tra i sintomi l’osteomielite (febbre, dolori alle ossa e andatura zoppicante), artrite settica, endocardite, sindrome da shock tossico, polmonite, tromboflebite e ascessi profondi. Nella maggior parte dei casi il batterio non produce disturbi gravi, ma come nel caso di Bebe Vio può provocare infezioni molto serie. In questi casi è necessario il ricovero ospedaliero e la somministrazione di antibiotici in vena.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Sms) è uno dei 12 batteri più pericolosi per l’uomo, perché alcuni ceppi hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici beta-lettamici, tra cui le penicilline. Questi ceppi sono noti col nome di stafilococco aureo meticillino-resistente (MRSA), che si trasmette soprattutto tramite contatto diretto con la persona infetta o con strumenti e apparecchiature medicali.