Infezioni ospedaliere, un problema in aumento non solo in termini di malasanità, ma anche di costi economici per il Sistema sanitario nazionale. L’impatto negativo cresce anche in Italia, come rilevato nel MedMal Report 2024, lo studio annuale sull’andamento della Medical Malpractice nel nostro Paese relativamente al 2023.



Spesso sono proprio le strutture sanitarie a fare da focolaio a questa sorta di “epidemia silenziosa”, riporta Le Iene. I numeri sono degni di grande attenzione: sarebbero circa 400mila le persone che entrano in ospedale per curarsi per una malattia ma finiscono per essere vittime di virus o batteri contratti proprio al suo interno. La trasmissione di Italia 1 ha fatto un focus sul tema delle infezioni ospedaliere con l’inchiesta di Gaetano Pecoraro, che è riuscito a infiltrarsi in alcuni ospedali italiani documentando “alcune carenze che potrebbero portare alla morte i pazienti“.



Infezioni ospedaliere, cosa sono

Le infezioni ospedaliere, note anche come nosocomiali, fanno parte di un più ampio spettro definito dall’acronimo ICA che sta per “infezioni correlate all’assistenza” (comprendendo quindi non solo malattie contratte durante un ricovero in ospedale, ma tutte quelle che derivano dall’assistenza sanitaria e sociosanitaria in ogni altra forma, da quella domiciliare a quella ambulatoriale).

Si tratta, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, di infezioni dovute a batteri, funghi, virus o altri agenti patogeni contratti e possono instaurarsi in qualsiasi contesto assistenziale (ospedali, ambulatori, cure domiciliari, Rsa). Perché si configuri il quadro di una infezione ospedaliera occorre che la condizione che affligge il paziente subentri dopo l’attivazione dell’intervento assistenziale.



Quali tipi di infezioni ospedaliere in Italia

Secondo i dati riportati dall’ISS, le infezioni ospedaliere più riscontrate in Italia vanno da quelle di tipo respiratorio a quelle urinarie. Per quanto riguarda i microrganismi coinvolti, si evince una maggiore incidenza di Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis.

La trasmissione delle infezioni ospedaliere avviene principalmente attraverso apparecchiature o dispositivi medici, ambiente, personale e farmaci contaminati. La possibilità di contrarre una infezione ospedaliera dipende da diversi fattori tra cui la durata della degenza e l’esposizione a presidi invasivi (come catetere, intubazione), ma anche da condizioni intrinseche come l’età, il genere, la presenza di una o più patologie gravi. La prevenzione resta la miglior arma per ridurre l’impatto delle infezioni ospedaliere.