Il Governo di Giorgia Meloni ha lanciato l’allarme in merito alle manifestazioni in cui possono infiltrarsi persone estranee nelle Università, creando tensioni. Il riferimento, in particolare, come riportato da Libero Quotidiano, è a ciò che potrebbe succedere in questo periodo ricco di anniversari per la Palestina. Prima il settantaquattresimo anniversario dell’indipendenza dello Stato di Israele, poi quello della Nakba, l’esodo di 700 mila palestinesi nel 1948 per la guerra arabo-israeliana. Finora si è cercato di cancellare gli eventi potenzialmente pericolosi, ma si sta anche lavorando sottotraccia. 



Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riunito Carabinieri, Polizia, Digos e le agenzie di informazione e sicurezza per pianificare una strategia. “È stato effettuato un attento monitoraggio delle numerose manifestazioni che, dopo la crisi in Medio Oriente, stanno interessando gli atenei italiani, e nel corso delle quali solo in un numero limitato di casi si sono registrate criticità. Grazie a una proficua collaborazione tra rettori e rappresentanti delle forze dell’ordine è stato possibile limitare le tensioni”, ha affermato.



Il pericolo nelle Università per le manifestazioni pro Palestina

L’allerta tuttavia rimane alta. È per questo motivo che nel corso della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha invitato tutti alla massima attenzione. A presenziare all’appuntamento anche la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “In giro ci sono persone che potrebbero strumentalizzare il dissenso, alimentando forme di violenza che, per loro natura, sono incompatibili con la libera manifestazione del pensiero”, hanno sottolineato. Il riferimento è a quei soggetti esterni all’Università ma che sfruttano questi contesti per alimentare le proteste pro Palestina.



Le iniziative autogestite, da Milano a Palermo, sono in tal senso sotto la lente di ingrandimento. “Ogni possibile critica si può fare al governo israeliano però va rifiutata ogni azione che celi un forte sentimento antisionista e antisemita”, ha chiarito ancora il ministro Piantedosi.