Il caro-energia e l’aumento del costo delle materie prime inizia a farsi sentire sui bilanci delle famiglie italiane. Che corrono ai ripari mettendo in campo atteggiamenti di consumo improntati a cautela e risparmio. A rivelarlo è una ricerca realizzata da Ipsos da cui emerge che ben 9 persone su 10 prevedono di dover mettere in atto strategie per ridurre l’impatto dell’inflazione sulle proprie finanze. È infatti più che significativa la percentuale di consumatori che pensa di dover tagliare i consumi (39%), di dover fare più attenzione agli sprechi, comprando lo stretto necessario (37%), e di doversi dirigere, soprattutto nel caso di prodotti alimentari o destinati alla cura della persona, verso alternative meno costose o in promozione (32%).
Far quadrare i conti risulta del resto sempre più faticoso: il 75% degli intervistati – ben l’8% in più rispetto a ottobre 2021 – conferma di essere impensierito dall’impatto del caro vita sul bilancio familiare. E questo sia in virtù della crescita del costo della vita (item indicato dal 55% degli intervistati), sia alla luce della crescente incertezza che grava sul mondo del lavoro (34%). Ma non è tutto. Alla lista delle preoccupazioni si somma infatti anche la paura suscitata dalle tensioni internazionali di cui è difficile prevedere l’evoluzione e la durata.
La cartina di tornasole dello stato di poca serenità in cui versano gli italiani è dato dal Monitoraggio del sentiment dell’opinione pubblica rispetto alla guerra in Ucraina, secondo il quale il 45-46% dei nostri connazionali teme ripercussioni economiche sia sul proprio bilancio personale sia sul Sistema Paese, e uno su tre si preoccupa per la possibilità di una partecipazione diretta dell’Italia nel conflitto. Non stupisce quindi che, in questo delicato quadro, la speranza lasci spazio all’insicurezza, un sentimento che interessa il 78% degli italiani, ovvero il 10% in più rispetto solo allo scorso 28 febbraio.
Va detto però – e qui sta la buona notizia – che al momento la paura legata alla situazione ucraina non si è tradotta in azioni drastiche: nessuna corsa a fare scorte alimentari o al ritiro di contante, solo spazio a una sostanziale prudenza nell’affrontare acquisti rilevanti. Vero è però anche che, guardando avanti, lo scenario pare tutt’altro che confortante. “L’incertezza nel futuro dovuta all’aumento dei prezzi e alla guerra alle porte dell’Europa – afferma Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione – rende reale il rischio di una contrazione dei consumi e un annullamento di quei cenni di ripresa economica che si profilavano all’orizzonte dopo due anni difficili di pandemia. In questi mesi le aziende della Distribuzione Moderna hanno contribuito a calmierare l’aumento dei prezzi al consumo, assorbendo parte degli aumenti di costo. Ci aspettiamo però che i rincari proseguano nei prossimi mesi, perciò è necessario tutelare le famiglie e il loro potere d’acquisto, così come occorre aiutare le imprese e le filiere più fragili che stanno subendo gli effetti degli aumenti dei costi. È auspicabile che si agisca sulla riduzione temporanea dell’Iva per un paniere di beni essenziali ed è fondamentale azzerare gli oneri di sistema sull’energia per alleviare gli impatti sul sistema produttivo italiano”.
Un punto su cui concorda anche Sergio Veroli, Presidente Consumers’ Forum: “Serve un deciso cambio di strategia nazionale sulle politiche energetiche – afferma -. Nell’immediato, occorre alleggerire drasticamente le accise sui carburanti e nel settore energetico, e ridurre l’Iva sui generi alimentari”. Ma questo potrebbe non bastare. “È anche indispensabile – avverte Veroli – eliminare la possibilità di speculazioni e aumenti ingiustificati, attraverso un controllo dei prezzi che veda una collaborazione attiva tra prefetture, MISE, imprese e associazioni dei consumatori”.
Il mondo del commercio e quello del consumerismo lanciano insomma l’allarme. Davanti al quale le istituzioni si mostrano disponibili a cercare soluzioni. Che puntano diritto a Bruxelles. “Le misure messe in campo dal Governo nelle scorse settimane mirano ad attutire nell’immediato gli effetti di una tempesta perfetta che sta investendo le filiere produttive, aggravate dall’aumento dei costi energetici e di alcune materie prime – afferma il Sen. Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico -. A queste iniziative occorre ora affiancare un’azione di più ampio respiro, concordata all’interno delle istituzioni europee. Abbiamo davanti la prospettiva di un’inflazione destinata a perdurare, occorre quindi guardare a misure incisive per sostenere le imprese e i consumatori, creando le condizioni per superare le attuali criticità, che generano incertezza e senso di sfiducia, e per proseguire il percorso di ripresa economica del nostro Paese”.
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