Jaime Dimon presidente e CEO di JP Morgan Chase, tra le maggiori banche americane, intervistato dal Sole 24 Ore avverte sui rischi di una crescita ulteriore dei livelli di inflazione globale che portarà le banche centrali ad aumentare ancora di più i tassi di interesse. L’imprenditore si dichiara abbastanza preoccupato dalla situazione globale diventata sempre più incerta e insicura a causa delle crisi internazionali e delle spese sempre più elevate per pandemie e guerre che i governi devono sostenere.



Una recessione sarà quindi quasi inevitabile, ma ancora non è certo quale potrebbe essere l’impatto, se più lieve o pesante. Dimon ha parlato anche dell’importanza di una leadership forte, da mantenere sia in Europa che in Usa, e della necessità di instaurare un dialogo costruttivo con Pechino, “la relazione più importante, quella cui vedremo gli effetti per i prossimi 100 anni“, perchè altrimenti i problemi di sicurezza internazionali, già provocati dal conflitto russo-ucraino potrebbero aggravarsi. E dice “Il mondo avrebbe dovuto imparare da quanto accaduto con la Rjaime dimonussia, ora non rischiamo di fare lo stesso errore con la Cina“.



Jaime Dimon “Preparatevi a un rialzo dei tassi del 6 e 7%”

Jaime Dimon ha anticipato al Sole 24 Ore le sue previsioni per il futuro del livello di inflazione e dei tassi di interesse. E afferma “se dovessi dare un consiglio direi: preparatevi a tassi del 6 e del 7% per scadenze a breve medio termine“. I governi hanno fatto forse la scelta più giusta, obbilgata praticamente dopo la crisi pandemica, ma per il CEO di JP Morgan l’errore più grave commesso dalle banche centrali è stato quello di  “imporre tassi negativi“, e aggiunge “capisco la crisi finanziaria ma la spesa è stata troppa, troppa in tutto il mondo“.



Una scelta inflazionistica che continueremo a pagare per molto tempo. A questo punto, dice, “una recessione è altamente probabile“, anche se non è possibile fare una previsione certa “i migliori economisti del mondo si sono ripetutamente sbagliati“, “stiamo andando verso una fase di normalizzazione, ma il ciclo creditizio sta leggermente peggiorando“. Una nota positiva è sulla crisi delle banche, che si sta verificando a livello regionale, ma come conferma DImon “fortunatamente non è minimamente paragonabile a quella del 2008, quando globalmente gli istituti finanziari persero mille miliardi di mutui e andarono in bancarotta“.