L’inflazione torna a farsi sentire nel mese di aprile 2023, e gli italiani spendono di meno anche nel cibo. Se i prodotti alimentari sono stati di fatto sempre un bene “sacro” nelle famiglie, a causa del caro prezzi i nostri connazionali hanno dovuto rivedere le proprie spese al supermercato. L’Istat ha certificato un calo dei consumi, precisamente lo 0,7 per cento in meno per quanto riguarda i generi alimentari. Se si raffrontano i dati di marzo 2023 e marzo 2022, si scopre come il valore delle vendite sia maggiore rispetto ad un anno fa, 5,8 per cento, nonostante un volume più basso del 2,9 per cento, a conferma appunto dell’inflazione.



Chi non conosce crisi nonostante l’inflazione, è l’e-commerce, che è cresciuto del 10,3 per cento rispetto a marzo 2022, e nel contempo anche la grande distribuzione registra un segno positivo del 7,8 per cento, mentre i negozi di quartiere e i minimarker si fermano al 3,5%. Secondo le agenzie dei consumanti è necessario intervenire con misure anti-inflazione. Per il Codacons “al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume per complessivi 21,8 miliardi di euro annui, con una minore spesa pari in media a -848 euro a famiglia”, chiedendo al governo di “intervenire con urgenza per calmierare i listini e salvare i bilanci delle famiglie”.



INFLAZIONE, ASSOUTENTI: “7,1 MLD DI EURO SPESI IN MENO IN UN ANNO”

Assoutenti invece sottolinea “Al netto dell’inflazione – calcola Assoutenti – la spesa alimentare degli italiani cala per 7,1 miliardi di euro su base annua, con una riduzione media di 377 euro se si considera un nucleo con due figli”.

L’Adoc spiega che “Gli italiani rinunciano ai generi di prima necessità, riducono la quantità di cibo nel carrello e fanno ricorso ai discount” auspicando che la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, in programma l’11 maggio, sia “l’occasione per approfondire la dinamica inflazionistica che sta bruciando stipendi, pensioni e risparmi”.