L’inflazione preoccupa, e pure tanto. Se l’obiettivo primario della BCE e dell’Unione Europea era quello di mantenere la stabilità dei prezzi, qualcuno ha deciso di accelerare intervenendo immediatamente sui tassi. Sappiamo infatti che la bici è era preoccupata già dal febbraio scorso per l’incremento dell’inflazione ma qualcuno deve aver convinto Christine Lagarde ad affrontare un’inflazione graduale.
Inflazione: nella BCE parlano i falchi
Ma nel consiglio del 13 del 14 aprile il problema dell’incremento frazione è stato centrale al punto che nel prossimo consiglio di giugno potrebbe essere deciso di cessare gli acquisti netti dei titoli, per poi procedere a luglio ad un primo rialzo dei tassi di interesse.
Si tratta di una presa di consapevolezza da parte della BCE che, fino a questo momento, a tergiversato con la speranza che l’infrazione classe che fosse soltanto un incremento temporaneo a cui sarebbe seguita una correzione fisiologica. Così non è stato, ce lo dice la situazione economica italiana e ce lo dicono anche i dati di oltreoceano. Sono vari giorni infatti che Wall Street vede nero.
Inflazione: gli effetti collaterali
Il conflitto in Ucraina dunque potrebbe aver un maggiore effetto in termini di danni economici e potrebbe causare una contrazione dell’offerta punto i costi dell’energia già elevati dal 2021, potrebbero indebolire la domanda più del previsto e limitare i consumi e gli investimenti.
Il rialzo dei tassi è una misura d’emergenza per evitare il tracollo economico. Ma tutto questo in che termini potrebbe riflettersi nella vita e nell’economia reale di pensionati e famiglie? Sicuramente l’aumento dei tassi sui mutui provocherebbe l’effetto collaterale di una minore concessione di finanziamenti per l’economia edilizia e l’acquisto della prima casa. Infatti un rialzo dei tassi come da proiezione, potrebbero provocare a partire da luglio 2022 un incremento annuale di 600 euro sugli interessi.
Inflazione: i rischi per l’economia reale
Anche i pensionati potrebbero subire dei disagi vista la diminuzione del potere d’acquisto del denaro con l’incremento dell’inflazione.
A ciò si aggiunge anche l’incertezza lavorativa per l’incremento costante dei costi dell’energia che stanno creando un tracollo nel settore manifatturiero e nell’industria. I posti di lavoro sono a rischio e già ci sono proiezioni che indicano una potenziale perdita di oltre 270 mila unità. E inoltre sono a rischio anche i risparmi per la perdita del potere d’acquisto che rende necessario intervenire anche sui salari. All’interno della BCE tuttavia ci sono degli analisti che non sono d’accordo sul modificare la politica monetaria in maniera intransigente e consistente. Una modifica troppo aggressiva infatti secondo loro sarebbe controproducente perché abbasserebbe la crescita mentre l’inflazione resterebbe elevata.
Tuttavia tutti sono concordi in un incremento dei tassi che debba seguire immediatamente dopo la cessazione degli acquisti.