L’aumento dei prezzi degli ultimi mesi ha investito un po’ tutti i beni di prima necessità, dai generi alimentari di tipo agricolo caratterizzati da un incremento dei prezzi dovuti anche all’aumento dei fertilizzanti visto che il primo produttore al mondo era proprio la Russia, che esportava il 70% di questa categoria dei prodotti.
Inflazione: i generi alimentari che hanno subito dei rincari
Anche i cereali e tutti i beni prodotti maggiormente in Russia e Ucraina hanno subito aumenti di prezzo dovuti fondamentalmente alla scarsità sul mercato. Infatti alla borsa del grano spesso la volatilità era altissima e alcune sedute venivano sospese per eccesso di volatilità. Gli incrementi che ci sono stati dall’inizio della guerra per quanto riguarda grano e derivati hanno superato il 50%.
In generale il boom dei generi alimentari ha superato il 30% e avrà un ulteriore rincaro del 10% entro i prossimi giorni. La crisi energetica poi ha fatto il resto, perché se una parte dell’inflazione è stata sostenuta dalle imprese, la restante parte degli incrementi finirà per pesare necessariamente sulle spalle del consumatore. L’impresa infatti non può sobbarcarsi di una decuplicazione del costo di produzione, senza che questo possa poi riflettersi nella filiera del consumo.
Inflazione: perché il latte supererà i due euro
Ne consegue che il latte è soltanto uno dei generi alimentari che aumenterà di prezzo. Va detto inoltre che la richiesta di latte sul mercato è diminuita con l’introduzione di altre tipologie di latte di tipo vegetale, latte di riso, latte di avena eccetera. La richiesta sul mercato del latte è diminuita dal 67 al 43% negli ultimi tre anni.
Se ci aggiungiamo l’aumento dell’energia elettrica che serve all’azienda per produrre, l’aumento dei mangimi per animali la scarsità dei fertilizzanti e l’incremento del prezzo di questi ultimi, capiamo che il latte posso soltanto diventare una merce più costosa esattamente come il pane, le uova, la pasta e tutto ciò che deriva dalla produzione animale. Dopo la produzione agricola anche quella di allevamento.
Inflazione: l’appello di Granarolo e Lactalis
Granarolo e Lactalis hanno lanciato un appello in comune per evitare che il prezzo aumenti oltre i 2 euro. Quindi l’aumento è già alle porte, dobbiamo aspettarcelo, ma per quanto riguarda l’ulteriore ascesa del prezzo, le due aziende parlano chiaro:
“Se non avviene un inversione di rotta, si tratta di un’inflazione del 200%, nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100% nel 2023 rispetto al 2022. E’ un’inflazione insostenibile anche per una grande azienda, dal momento che si protrae nel tempo e che, se fosse scaricata dal quale sul mercato, colpirebbe significativamente nostre consumatori, con inevitabile conseguenze sui consumi“.
Dal momento che l’aumento dei rincari, dell’inflazione e di tutto il resto non ha però generato una revisione degli stipendi, il peso sostenuto dal consumatore potrebbe diventare realmente insostenibile esattamente come quello attualmente sostenuto da tutte le aziende europee.