Sale ancora l’inflazione in Italia, come rivelano le stime preliminari dell’Istat, secondo cui, ad agosto, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua (da +7,9% del mese precedente). Nella nota diffusa, si legge che “sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e che, con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu +8,8%)”.



Inoltre, prosegue il comunicato stampa dell’Istat, procedono anche l’inflazione di fondo, ovvero al netto degli energetici e degli alimentari freschi (da +4,1% a +4,4% ad agosto, non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%) e l’inflazione al netto dei soli beni energetici (da +4,7% a +4,9%, non era così da aprile 1996). L’accelerazione dell’inflazione su base annua si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%) e in particolare degli energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%; i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall’altra a quelli dei beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,5%) e dei beni durevoli (da +3,3% a +3,9%).



INFLAZIONE RECORD, MA RALLENTANO I PREZZI DEI SERVIZI RELATIVI AI TRASPORTI

L’Istat ha annunciato altresì un rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%). Su base annua, accelerano i prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%), mentre è sostanzialmente stabile la crescita di quelli dei servizi (da +3,6% a +3,7%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,5 di luglio a -8,1 punti percentuali). Su base mensile, l’aumento dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+3,0%), dei servizi relativi ai trasporti (+2,4%, anche a causa di fattori stagionali), degli alimentari lavorati (+1,2%), dei beni durevoli (+0,8%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%, anche a causa di fattori stagionali).



Infine, l’inflazione acquisita per il 2022, ovvero “quella che si otterrebbe ipotizzando una variazione nulla nella restante parte dell’anno, è pari a +7,0% per l’indice generale e a +3,5% per la componente di fondo (al netto degli energetici e degli alimentari freschi)”.