Nel 2023 gli influencer potrebbero essere soggetti a regole molto più rigorose. Ne dà notizia il quotidiano francese Le Monde, che ha sottolineato come alcuni influencer abbiano commesso delle vere e proprie truffe ai danni dei loro follower, promuovendo e spingendo all’acquisto di prodotti contraffatti. Questo fenomeno ha un nome: dropshipping. Si tratta di una vendita indiretta di prodotti provenienti da piattaforme che rivendono merce di qualità scadente quando non addirittura contraffatta.
Molti influencer da soli sono in grado di raggiungere un pubblico maggiore rispetto alle persone che seguono un canale televisivo e sono anche in grado di influenzarne, appunto, le abitudini di acquisto. Il 2023 potrebbe essere l’anno in cui saranno poste delle regole a questo tipo di lavoro. In Francia sono già stati presentati due disegni di legge a fine 2022 che hanno come obiettivo la lotta alle pratiche commerciali illegali. La regolamentazione degli influencer è una questione che riguarda potenzialmente circa 4,5 miliardi di persone, secondo una stima di Adobe che ha preso in considerazione il numero di soggetti che dichiara di avere almeno 5.000 follower o abbonati sui social network.
Influencer, in arrivo le regole contro le “pratiche commerciali ingannevoli” sui social
In Francia, l’influencer Nabilla è stata condannata nel 2018 a pagare una multa pari a 20mila euro per “pratiche commerciali ingannevoli”, per aver promosso clandestinamente una piattaforma di trading e aver ingannato i consumatori. In Francia, si stima che gli influencer siano circa 150.000 secondo il criterio seguito da Adobe. Il mercato si configura dunque come molto vasto, che nel 2022 ha avuto un valore attorno ai 15,5 miliardi di euro secondo le stime di Statista. Come precisa Le Monde, da novembre 2022 è entrata in vigore parte del Regolamento europeo sui servizi digitali, mentre si attende la sua completa applicazione nel corso del 2023.
Questo Regolamento richiederà alle piattaforme digitali e ai social network di fornire strumenti specifici per gli influencer, per esempio per dichiarare se il contenuto proposto è una comunicazione commerciale. In questo modo gli utenti sapranno subito se si trovano davanti la pubblicità di un prodotto o meno, ponendo fine all’era della pubblicità subliminale. Al momento, gli influencer sono tenuti a rispettare la direttiva europea del 2018 sui servizi di media audiovisivi come YouTube, ma anche la Direttiva UE del 2005, nota come UCP, sulle pratiche commerciali sleali. Devono quindi essere trasparenti e rispettare le restrizioni pubblicitarie su discriminazione, pregiudizio, bevande alcoliche, cibo, salute, farmaci, sigarette, finanza, gioco d’azzardo, sicurezza e vi dicendo.