Sono state pubblicate online in queste ore le nuove linee guida sugli influencer che l’Agcom aveva approvato lo scorso 10 gennaio all’unanimità. Obiettivo, fermare l’odio, la discriminazione e l’istigazione ai reati, ma anche tutelare i minori e le donne, e nel contempo, regole più chiare per far meglio comprendere ai follower quando si sta trasmettendo una pubblicità o una sponsorizzazione. Si tratta, come sottolinea RaiNews, di norme su trasparenza e correttezza dell’informazione anche in materia di comunicazioni commerciali e product placement.



L’Agcom le definisce delle regole necessarie in quanto gli influencer svolgono “un’attività economica”, hanno la “responsabilità editoriale sui contenuti, che include il controllo effettivo sulla creazione, sulla selezione o sulla organizzazione dei contenuti” stessi”, forniscono un servizio che “ha un impatto rilevante su una porzione significativa di pubblico” e “un legame stabile ed effettivo con l’economia italiana”. In ogni caso l’Agcom ci tiene a precisare che non si tratta di una stretta dopo il caso Ferragni, ma di un passaggio che era oggetto di consultazione da mesi, così come fatto sapere da Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, parlando con RaiNews. Sara Zanotelli, presidente dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators, ha accolto le nuove linee guida dicendo: “Siamo assolutamente a favore delle indicazioni di Agcom. Auspichiamo non sia questo il punto di arrivo”.



INFLUENCER, PUBBLICATE LE NUOVE LINEE GUIDA AGCOM: MULTE DA 10 FINO A 250MILA EURO

Gli influencer chiedono però maggiore chiarezza sui soggetti a cui sono rivolte le nuove linee guida dell’Agcom, e nel contempo anche sulla responsabilità editoriale. Per il primo punto, ha fatto sapere Capitanio, si aprirà un tavolo tecnico a cui parteciperanno creatori di contenuti e altri attori protagonisti del mondo del web.

In generale, comunque, le linee guida sono rivolte a “vlogger”, “streamer”, “creator”, “uploader” con almeno un milione di follower e con un engagement rate medio pari o superiore al 2%. In caso di violazioni, previste multe da 10 a 250mila per la trasparenza pubblicitaria e da 30 a 600mila euro in materia di obblighi di tutela dei minori.