Si torna a parlare del giallo dell’influencer Siu negli studi di Storie Italiane e ospite vi era la criminologa Anna Vagli, che non crede alla versione della ferita autoinflitta: “Qual è la differenza quando uno si autoinfligge una ferisce e una invece afflitta? Chi si ferisce da solo non riesce a farci una ferita profonda due centimetri perchè prova dolore. Lei avrebbe confermato questa versione anche ai medici, ma noi sappiamo che una donna vittima di violenze e che vive nel senso di colpa non va a dire che è succube, oltretutto ci sono pregressi di maltrattamenti”.



Nel frattempo il marito di Siu, Jonathan Maldonato, arrestato, è stato scarcerato nelle scorse ore dopo che è arrivato il braccialetto elettronico. L’inviata di Storie Italiane, Olga Mascolo, ha precisato: “Ha richiesto al Gip di poter tornare a lavorare con il braccialetto ma deve stare ad un chilometri di distanza dalla moglie. Una cosa che non gioca a vantaggio di Jonathan è il fatto che lui abbia consegnato delle forbici con cui Siu si sarebbe procurata il taglio ma ritenute non compatibili con la ferita.



INFLUENCER SIU, MARITO SCARCERATO E CON BRACCIALETTO: “MALDONATO HA TRE FERITE…”

L’inviata di Storie Italiane ha proseguito spiegando: “Lui ha tre ferite, fra cui una al dito, e lui dice di essersi tagliato prendendo in mano l’oggetto che aveva in mano Siu ma questo oggetto non si trova. Sono stati refertati diversi elementi durante il sopralluogo ma parlando con medici legali e varie fonti, non è detto che sia stato un cacciavite a procurarle quel taglio visto che non presenta ecchimosi, quindi si è pensato che Jonathan più o meno consapevolmente si sia gettato dell’oggetto quando decide di pulire le gocce di sangue nel luogo in cui Siu si sarebbe fatta male”. Un aspetto molto strano fa notare Olga Mascolo visto che le forbici non sembrano compatibili con la ferita. Da segnalare che comunque l’indagine è ancora in corso. Olga Mascolo ha infine precisato che: “Jonathan Maldonato ha negato categoricamente di essere entrato in casa dopo i sigilli e di aver inquinato le prove, in riferimento al cappotto spostato”.

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