Sono stati 30 giorni di incubo quelli che ha vissuto il piccolo Kosmos, che non è riuscito a festeggiare il suo primo mese di vita perché il padre gli avrebbe impedito di mangiare e bere: questa è l’accusa che è stata mossa contro l’influencer vegano russo Maxim Lyutyi, arrestato in questi giorni in merito ai fatti accaduti lo scorso marzo. Dopo aver cercato di scaricare la colpa sulla compagna, Oxana Mironova, l’uomo alla fine ha ceduto e ha confessato, assumendosi tutte le responsabilità per aver lasciato morire di stenti suo figlio, convinto che si sarebbe potuto sostentare solamente con la luce del sole.



La triste vicenda dell’influncer russo, infatti, è iniziata l’8 marzo del 2023, quando assieme alla sua compagna decise di portare in ospedale il piccolo Kosmos (che aveva appena 30 giorni di vita) perché, raccontò, “appariva stanco”. A poco è servita la corsa verso il pronto soccorso, nel quale il piccolo non ha fatto neppure in tempo ad arrivare, spirando in quell’ultimo viaggio tra le braccia dei genitori: gli inquirenti, però, ci misero poco a capire che il piccolo era morto di stenti dato che arrivato in ospedale pesava appena 1 kg e 300 grammi. Ora l’influencer vegano è accusato di “inflizione intenzionale di lesioni personali gravi” con una condanna che potrebbe arrivare fino ad un massimo di 8 anni di carcere.



L’influencer vegano alla corte: “Sono stato negligente, ma lo amavo”

In un primo momento, nelle fasi iniziali del processo, Lyutyi aveva cercato di accusare la compagna, che però già da tempo nutriva dei risentimenti nei confronti dell’uomo, tanto da confessare ad amici e parenti (ascoltati in aula) di temere per la sua stessa vita. Cruciale, poi, la testimonianza dei vicini della coppia, che hanno descritto l’influencer come un vero e proprio fanatico del regime alimentare vegano, ma solamente sui social dato che era solito non seguire i suoi stessi insegnamenti mangiando di nascosto quegli alimenti che demonizzava nei suoi post sui social.



Dalle analisi sul corpo del piccolo Kosmos, però, oltre ai segnale di una grave malnutrizione, i medici legali hanno trovato anche evidenze di veri e propri abusi, supponendo che oltre a nutrire il figlio “principalmente con la luce del sole” (una tecnica pseudoscientifica nota come ‘respiro solare’) lo avrebbe anche “temprato con l’acqua fredda“, costringendolo a bagni ghiacciati. Alla fine, dopo diverse fasi del processo, l’influencer vegano ha ammesso le sue colpe, precisando davanti alla corte che il suo è stato “puramente un reato di negligenza, senza intenzionalità. Amavo mio figlio e mi prendevo cura di lui”.