L’influenza Australiana è ufficialmente approdata in Italia e si registrano già numeri importanti in termini di contagio, dato che sin qui 2,5 milioni di italiani sono stati contagiati. Sull’argomento si è espresso Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute, il quale, sul “Corriere della Sera”, ha dichiarato: “Sarà una stagione a intensità molto alta, con un picco che potrebbe arrivare in anticipo. Anziché a gennaio-febbraio, nelle settimane di inizio anno. Ma nessuno può fare il veggente: abbiamo a che vedere con virus bizzarri”.
La fascia più suscettibile è quella dei bambini sotto i cinque anni, tra i quali l’influenza Australiana si diffonde maggiormente perché i più piccoli (0-2 anni) non hanno mai incontrato questi virus, avendo trascorso gli ultimi due inverni a casa o con le scuole chiuse. E, a livello, virale, dovrebbe prevalere sugli altri appunto “il ceppo AH3N2, identificato in Australia, il Darwin”.
INFLUENZA AUSTRALIANA, SINTOMI: “DOLORI OSSEI, INAPPETENZA E…”
Ancora sul “Corriere della Sera”, Rezza ha asserito che con l’influenza Australiana niente cambia dal punto di vista della sintomatologia, che dura “in media 5 giorni. Febbre molto alta che sale rapidamente, dolore alle ossa, mal di gola, raffreddore, inappetenza. Anche le cure non cambiano. Prendere antipiretici per abbassare la temperatura, bere molto, riposo e no antibiotici a meno che non siano indicati dal medico di fronte al sospetto di una complicazione batterica. Ricordiamo ancora che gli antibiotici non funzionano contro i virus”.
La vaccinazione contro l’influenza Australiana è “molto utile”, ma la copertura negli anziani over 65 è calata dal 65% al 58%: “Il vaccino antinfluenzale va raccomandato ad anziani, per i quali è preferibile la formulazione adiuvata, e ai fragili. Si può fare tranquillamente assieme alla quarta dose anti-Covid ed è consigliato alle donne in gravidanza. Per questi gruppi di popolazione è gratuito“. Anche i bambini devono essere vaccinati contro l’influenza? “Nei Paesi anglosassoni il vaccino viene promosso dai 6 mesi ai due anni d’età con l’intento di diminuire la circolazione nella comunità e proteggere i deboli. C’è un vaccino spray indicato da 2 a 6 anni in sostituzione della puntura. Strategia corretta, però la priorità sono anziani e fragili”.