L’Australia ha comunicato il primo caso nell’uomo di influenza aviaria. Lo ha fatto sapere l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, sottolineando che il paziente è una bimba di due anni e mezzo ricoverata in ospedale a Melbourne. Le sue condizioni fisiche sono comunque buone e stando a quanto comunicato dall’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite, si tratterebbe del primo caso confermato di influenza aviaria in Australia.



L’infezione è “probabilmente avvenuta in India, dove il caso aveva viaggiato, e dove il virus A (H5N1) è stato rilevato in passato negli uccelli”, fa sapere ancora la stessa organizzazione. In ogni caso la bimba non avrebbe avuto “alcun contatto noto con persone o animali malati mentre era in India”. Secondo Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università San Raffaele di Milano e già direttore della Prevenzione al ministero della Salute, il fatto che la piccola si sia infettata senza alcun contatto diretto con degli animali malati, “alza sicuramente il livello di preoccupazione”.



INFLUENZA AVIARIA, BIMBA DI 2 ANNI INFETTATA IN AUSTRALIA: “NESSUN ALLARME MA…”

“I casi umani da virus A-H1N1 infatti – ha proseguito – ci sono da anni, ma il contagio è sempre avvenuto da animali. Invece, la trasmissione interumana è stata rarissima”. L’Organizzazione mondiale della sanità, alla luce di questo nuovo caso di aviaria e dopo anche il decesso (con giallo), in Messico, ribadisce che il rischio per la popolazione resta “basso”, anche se cresce l’allerta a livello globale per la segnalazione di nuovi casi, così come si legge sul sito di Rai News, con il rischio che si rei appunto il contagio fra uomo, il cosiddetto salto di specie.



Rezza precisa che al momento “non c’è allarme perchè non c’è evidenza della trasmissione interumana del virus, ma certamente desta preoccupazione il fatto che circolino vari virus aviari inanimali ai quali l’uomo è esposto ed il fatto che abbiamo dei casi in cui l’esposizione non è ricondotta ad un contatto diretto con l’animale infetto. Fondamentale, dunque, è monitorare, non sottovalutare i segnali ed essere preparati”.

INFLUENZA AVIARIA, BIMBA DI 2 ANNI INFETTATA IN AUSTRALIA: LE PAROLE DI REZZA

In Italia non è stato registrato alcun caso nell’uomo, ma meglio non abbassare la guardia. Rezza, a riguardo, ha ricordato come esistano due vaccini pre pandemici contro l’aviaria, uno dei quali già opzionato dal nostro Paese ma “in caso di pandemia, anche se il vaccino dovesse essere adattato ad un ceppo nuovo, ciò richiederebbe comunque poco tempo poichè i virus influenzali li conosciamo bene ed è una situazione molto diversa rispetto al Covid-19″.

In conclusione Rezza consigli di “rafforzare i sistemi di sorveglianza ed essere preparati nella risposta”. Nessun allarme quindi ripetono le autorità, anche se è evidente come i casi stiano aumentando sempre di più nelle ultime settimane: la speranza è che il virus non inizi a diffondersi a macchia d’olio e che non arrivi anche nel nostro Paese. Attendiamo ulteriori aggiornamenti a riguardo.