Il professor Giuseppe Banderali, direttore del reparto pediatria dell’ospedale San Paolo di Milano, è stato intervistato stamane dal programma Mattino Cinque, per parlare dell’influenza che sta colpendo in massa i bimbi in questo periodo. Di fatto il 40 per cento dei piccoli al di sotto dei 4 anni è a letto con l’influenza. “I bimbi sono sempre i più colpiti da queste epidemie – ha spiegato il professor Banderali – che cominciano nella stagione autunnale inoltrata e come dice giustamente lei, avere a casa un bimbo vuol dire ammalarsi come non ci si ammalava da tanti anni, il bimbo è come una spugna e porta a casa virus e batteri, si ammala e fa ammalare conviventi e famigliari”. Francesco Vecchi, conduttore di Mattino Cinque, ha quindi chiesto se il virus influenzale di quest’anno sia più virulento di quello degli anni passati: “Già l’anno scorso avevamo avuto un virus molto più virulento e anche quest’anno vediamo forme abbastanza impegnative. L’immunità è qualcosa che se si allena e non dimentichiamoci che abbiamo avuto due anni di contatti inferiori con i virus, una spiegazione di questa maggior virulenza potrebbe essere questo addormentamento del sistema immunitario, adesso tutto si sveglia e i virus vengono in contatto con questi bambini che sono indifesi dal punto di visto immunologico”.



Ma come orientarsi prima di andare in ospedale? “Importante è il fattore età, più i bimbi sono piccoli e più vanno fatti vedere in fretta, un neonato con la febbre alta deve essere fatto visitare subito. Ci possono essere casi gravi con febbre a 38, ci sono invece bimbi con 39 e 40 che sono tonici, la febbre va messa sempre in relazione con i sintomi, il bimbo è uno specchio del suo comportamento. Quando il bimbo diventa più grandicello si verifica la febbre ma è ancora più importante che il bimbo neurologicamente sia presente, quindi le sue condizioni generali”.



INFLUENZA NEI BIMBI, BANDERALI: “SE IL PICCOLO PRENDE UN ANTIPERITICO…”

“Se prende un anti piretico – ha continuato – e torna tonico vuol dire che le sue condizioni sono buone. E’ anche un po’ capibile che dopo due anni di paure un po’ di genitori si spaventano. Oggi abbiamo comunque tanti sistemi di telemedicina, teleconsulto – ha spiegato ancora il professor Banderali – e c’è quindi il modo di capire con un contatto telefonico se il bimbo deve essere visto immediatamente o se non è in pericolo”.

In chiusura l’esperto ha spiegato: “La durata della malattia è di qualche giorno, almeno 2 o 3 giorni, ciò che è abbastanza particolare e delicato è capire se la forma nasce come forma virale e se ci sono complicazioni batteriche. Nel primo caso basta una terapia antipiretica, nel secondo caso ci vuole l’antibiotico”.