Nelle prossime settimane bisognerà affrontare oltre al covid anche il virus dell’influenza. Dopo un 2020 relativamente tranquillo da questo punto di vista, nell’autunno da poco iniziato, il virus influenzale sta iniziando a farsi sentire, anche se le previsioni non sembrerebbero essere funeste in tal senso. “Potrebbe essere di media intensità – ha detto a riguardo, parlando con i colleghi di SkyTg24, il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, membro della task force anti covid della regione Lombardia – con un numero compreso tra 4 e 6 milioni di casi. Probabilmente non sarà una stagione pesantissima – ha continuato l’esperto – come le ultime che precedettero il disastro del Covid, ma questo dipenderà anche da quanti si vaccineranno per l’influenza”.
Per evitare il rischio di una corsa all’ospedale, confondendo i sintomi del covid con quelli dell’influenza, o viceversa, molti coloro che consigliano la doppia vaccinazione, a cominciare dall’immunologo della Casa Bianca, Anthony Fauci. “Ciò che conta è solo fare entrambe le immunizzazioni appena possibile – ha dichiarato parlando alla Cnn – e se ciò significa farsi fare un’iniezione in un braccio e l’altra, allo stesso momento nell’altro, non c’è nulla di male. E’ probabilmente l’opzione più conveniente”.
INFLUENZA, PREGLIASCO: “L’ANNO SCORSO C’ERA IL GALATEO COVID…”
Pregliasco ha aggiunto: “Dobbiamo attenderci, oltre alla crescita di casi di Covid, anche un nuovo rialzo della circolazione di infezioni respiratorie, inclusa da virus influenzale”. Lo scorso anno, come detto sopra, il virus influenzale ci aveva risparmiato “grazie all’utilizzo del nuovo ‘Galateo sociale’ che il Covid ci ha insegnato: distanziamento sociale, mascherine, lavaggio mani, areazione degli ambienti”. Ma queste attenzioni stanno diminuendo nelle ultime settimane per via di una pandemia di covid fa ora meno paura, di conseguenza potrebbero causare “una maggior circolazione di diversi virus”. A confermare tali previsioni ci ha pensato Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), che sempre a Skytg24 ha spiegato: “Se è vero che lo scorso anno il virus dell’influenza non ha circolato, quest’anno può ricominciare a camminare sulle gambe delle persone che hanno ripreso a spostarsi e a viaggiare”.
PREGLIASCO: “IMMUNITA’ DI GREGGE? 80 PER CENTO NON BASTA, COLPA DELLA DELTA E NON SOLO…”
Il professor Pregliasco ha parlato anche ai microfoni dell’Adnkronos, e nell’occasione ha aggiornato la situazione covid e immunità di gregge, che come ci ripetono ormai da settimane gli esperti, non si raggiungerà con l’80% dei vaccinati a ciclo completo (ora siamo quasi al 78), causa variante Delta. “In ogni caso non avremmo avuto l’immunità di gregge. Solo se dovessimo andare sopra il 90% di popolazione generalizzata coperta col vaccino, allora magari si arriverebbe a uno spegnimento del virus Sars-CoV-2. Ma senza quello no. E non credo che ci si arriverà a questi valori”.
E ancora: “Non si potrà arrivare a un’immunità di gregge intesa come risultato del modello teorico di elevata copertura. Tra l’altro la variante Delta ha già spostato l’indice di contagio R0 da 2,5 a 7, quindi ha una maggiore capacità di contagio. Questo fa sì che si debbano raggiungere livelli maggiori di copertura che sfiorano l’80-90%”. Se poi si considerano i giovanissimi non coperti da vaccino, e i “dubbi” di alcuni “rispetto alla voglia di vaccinare i più giovani a seguito di incongruenze e assurde paure rispetto al vaccino e il quadro è completo”. Sicuramente si arriverà, garantisce Pregliasco al “raggiungimento di un obiettivo di copertura. L’immunità di gregge intesa come immunità di gregge della categoria dai 16 ai 150 anni è presumibile che si otterrà, ma di fatto il virus rimarrà ancora”.