Alla Camera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si appresta a ripetere l’informativa urgente sull’esito del Consiglio Europeo – qui il testo ufficiale – da cui il Governo si appresta a preparare entro il 14 ottobre prossimo il piano di rilancio nazionale che servirà per accedere ai fondi stanziati dal Recovery Fund, ben 209 miliardi di euro destinati alla sola Italia. «Task force per le riforme? Certo che sì», ha spiegato ancora Conte uscendo dal Senato davanti ad alcuni cronisti, una replica a chi invece nella sua stessa maggioranza chiede diverse modalità di preparazione del Piano di Riforma nazionale. «Presidente, sorprenda il Parlamento e il Paese: anzichè una task force ci regali ad agosto un dibattito parlamentare, in cui la forza della maggioranza dovrà essere quella di sfidare le opposizioni, non sulla base di un generico programma di riforme, ma di un concreto business plan per il futuro del Paese. Andiamo in Aula ad agosto, sfidiamo le opposizioni e diciamo come vogliamo spendere questi soldi», ha spiegato il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nel suo intervento in risposta all’informativa del Premier Conte a Palazzo Madama. «Avremo dimostrato – conclude l’ex Pd – che la maggioranza c’è e che il Parlamento non abdica di fronte al sondaggismo esasperato. Il Parlamento non è il luogo in cui si fanno le standing ovation o si mette il like su Facebook, il Parlamento è il luogo nel quale si discute, in cui la politica ha un senso. Ad agosto ’19 abbiamo dimostrato che la politica aveva un senso, a noi il compito di dare un futuro al nostro Paese».



“UN PIANO LUNGIMIRANTE”

«Dobbiamo riporre il fiore della speranza al centro del giardino europeo», così il Premier Conte ha concluso il suo intervento al Senato, con l’informativa che si ripeterà sempre in diretta video streaming anche alla Camera dalle ore 16. «Siamo chiamati a forte impegno perché il percorso di riforme trovi concreta attuazione: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovremo presentarlo per arrivare al Recovery Fund, ma le basi sono state già poste», sottolinea il Capo del Governo nella seconda parte più “tecnica” dell’informativa in Parlamento. «Dovremo impiegare in maniera efficiente con la prossima Manovra che sarà decisiva per il successo del futuro del nostro Paese. Questo Governo si assume la responsabilità di realizzare questo piano con impegno, determinazione e lungimiranza: il futuro migliore dei nostri cittadini è la credibilità dell’Italia in Europa, dovremo saper cogliere l’opportunità storica che non ceda a particolarismi, sarebbe errore totale per cui non potremo accusare l’Europa», spiega il Premier Conte prima di ringraziare il Ministro Amendola, tutti i ministri e il Governo «che hanno sostenuto la nostra azione» ma anche le forze di opposizione «che hanno compreso il senso della posta in palio e hanno sostenuto la forza del Governo nel suo complesso».



I FONDI DEL NEXT GENERATION EU

Dato prova di grande maturità

come intera classe politica, sostiene il Presidente del Consiglio ringraziando anche i cittadini italiani e la loro resilienza che ha visto premiare la grande prova durante le trattative europee. «Riceveremo il 28% delle risorse totali del Next Generation Eu, 209 miliardi con 81 l’ammontare delle sovvenzioni (127 diventano invece i prestiti, aumento di 36 miliardi rispetto alla proposta precedente)», spiega Conte illustrando le varie risorse che saranno disponibili fino al 31 dicembre 2023». In tema di Governance, annuncia Conte, «resta in mano alla Commissione Europea, con la possibilità del Consiglio Europeo di sottolineare con il freno d’emergenza eventuali dubbi, ma il controllo resta in mano alla Commissione». Contro i frugali e l’Olanda, il tema del freno d’emergenza è stato ridotto rispetto alla sua ideazione iniziale: «avrà durata massima di 3 mesi e non prevede l’utilizzo del veto di qualche stato membro. Ci siamo imposti per non far passare oltre questa linea: abbiamo combattuto fino all’ultimo su questo punto della governance, ottenendo che l’ultima bozza fosse rinnovata nelle ultime ore. Abbiamo ottenuto riformulazione del freno d’emergenza ottenendo che chiaramente il Consiglio Europeo, con via del tutto eccezionale e specifiche richieste posti entro 3 mesi dall’attuazione del piano, vi sia una semplice discussione (no veti dunque!) per non rallentare troppo i piani di rilancio».



PIL, REBATES E QFP: LE NOVITÀ

Chiosa finale dell’informativa sul tema dei prossimi step da affrontare in vista del Recovery Fund: «Abbiamo evitato che fossero compromessi i meccanismi decisionali delle istituzioni europei e l’efficacia del Next Generation Eu. Consiglio Ue ha adottato una posta in gioco chiaro e netto, l’Europa è tempestiva e ben determinata rispetto alla crisi: il 10% del Recovery Fund potrà essere anticipato come pre-finanziamento anche su progetti già avviati dal 1 febbraio 2020». In merito al Qfp fino al 2027 è stato deciso che il saldo italiano migliora rispetto a quello attuale passando da -0,24% a -0,17% del Pil. In termini assoluti si arriva a -2,9 miliardi di euro all’anno ed è più che compensato dai rientri attesi dal Next Generation Eu: «sale a 38 miliardi di euro la politica di inclusione, uno dei pochi Paesi che l’ha ottenuto. Risultato decisivo per i territori locali». Infine, spiega Conte, «è stata evitata l’abolizione della risorsa sull’Iva, abbiamo evitato stangata da svariati miliardi»; sul fronte rebates, l’Italia ha contrastato il tema fino all’ultimo ma secondo Conte l’esito positivo del negoziato ha dovuto trovare una sintesi che li ammettesse ancora.

IL DISCORSO INTRODUTTIVO DEL PREMIER CONTE

«Sono qui a riferirvi del Consiglio Ue con decisioni di portata storica, ben oltre le aspettative iniziali: vertice straordinario in linea con l’elevata posta in gioco», introduce il Presidente Conte nell’informativa al Senato, «l’intesa rappresenta che ci spinge ad affermare che l’Europa è stata all’altezza della sua storia, della sua missione e del suo destino», spiega il Premier Conte orgoglioso del patto portato a casa per il Paese italiano. Quella del Consiglio Europeo durato 4 giorni e 4 notti è prima volta nella storia dell’Europa «con un piano di rilancio finanziato con titoli di debito comune, si tratta di un radicale mutamento di prospettiva rispetto al passato». Si è passati dal rigorismo e dall’austerity, oggi invece «il poderoso piano di rilancio europeo è integralmente orientato alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile per digitalizzarono e transizione ecologica. Con la decisione di ieri si va verso Europa più coesa, inclusiva, solidale, vicina alla gente e più politica, coerente con lo spirito originario del sogno europeo», prosegue il Capo del Governo. «È l’unico percorso possibile per preservare mercato unico e stabilità dell’Unione monetaria», spiega ancora il Premier Conte ripercorrendo le tappe del lungo negoziato sul Consiglio Europeo verso il Recovery Fund. Dalla base franco-tedesca fino alle prime bozze del Presidente Michel, si passaggi e step ve ne sono stati con discussione molto serrata e complessa, aggiunge Conte: «intenso impegno politico e diplomatico iniziato ben prima del Consiglio ha consentito di vedere confermato l’equilibrio tra sovvenzioni e prestiti (grants e loans, ndr)». Volume di 750 miliardi di euro è stato confermato, questo è un grande risultato visto le richieste anacronistiche di alcuni Stati membri (i frugali, anche se non lo dice direttamente). La rigidità in alcuni momenti del negoziato sembrava insuperabile con possibilità di rottura immediata delle trattative: però, spiega Conte, «il senso di solidarietà non è mai venuto meno e questo alla lunga ha portato i suoi frutti».

RESTA ESCLUSO IL MES

«Oggi sarò prima al Senato della Repubblica e poi alla Camera dei deputati per un’informativa sull’esito dell’ultimo Consiglio europeo. In diretta alle 12 e successivamente alle 16», così il Premier Giuseppe Conte sui social introduce l’imminente discorso a Palazzo Madama e Montecitorio in cui informerà il Parlamento sul recente accordo del Recovery Fund e sugli step principali che attendono il Governo nelle prossime immediate settimane. Entro il 14 ottobre tutti i Governi europei dovranno presentare il piano di riforma nazionale alla Commissione Europea per iniziare il lungo negoziato sul Recovery Fund e per farlo, ha spiegato Conte in un retroscena ripreso dal Messaggero, «c’è tanto di quel lavoro da fare per spendere i 209 miliardi ottenuti dall’Europa, che inevitabilmente il governo arriverà a fine legislatura. Siamo più forti». Il Mes continua ad essere escluso dalle intenzioni di Palazzo Chigi e oggi verrà probabilmente ribadito nell’informativa, meglio puntare sul Recovery Fund e soprattutto su un Governo che sia ancora il medesimo di oggi, senza “sponde” tecniche da Mario Draghi fino a Vittorio Colao, tutte ipotesi formulate dai rumors negli scorsi giorni.

«Adesso che abbiamo la possibilità di prendere 120 miliardi di prestiti, e non è detto che li prenderemo tutti, attingere ai 36 miliardi del Mes sarebbe assurdo perché indebiteremo il Paese oltremisura. In più, i fondi del Mes potrebbero arrivare solo un paio di mesi prima e non avrebbe senso terremotare la maggioranza per questo lieve anticipo. Senza contare che quando c’è un credito di 209 miliardi si può fare un altro scostamento di bilancio: ci possiamo indebitare di altri 30 miliardi in attesa dei fondi del Recovery Fund, un vero e proprio fiume di denaro», avrebbe confidato il Presidente del Consiglio prima dell’informativa ai suoi, secondo le fonti del Messaggero.

“PALAZZO CHIGI GESTIRÀ I 209 MILIARDI”

Secondo un retroscena svelato oggi dalla Stampa, il Premier Giuseppe Conte intenderà gestire personalmente da Palazzo Chigi l’ammontare complessivo dei 209 miliardi di Recovery Fund frutto dell’accordo in Consiglio Ue: «La task force nascerà subito», ha detto ieri anche se sarà comunque direttamente gestita poi da Palazzo Chigi onde evitare il “bis” dell’operazione Colao che non ha avuto particolare successo secondo lo stesso Giuseppe Conte. «La supervisione finale della task force resta a Palazzo Chigi. Anche se sarà una creatura interministeriale, con tecnici espressione dei vari dicasteri», spiega La Stampa, con una supervisione finale che il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha comunque già delineato nella figura della Presidenza del Consiglio. Come Conte dirà oggi nella doppia informativa urgente a Senato e Camera, il primo atto in direzione del Recovery Fund sarà il nuovo scostamento di bilancio da 20 miliardi per tamponare le crisi degli ammortizzatori sociali, le risorse per la riapertura delle scuole e le Cig: parole d’ordine per Matteo Renzi (Italia Viva) saranno «no assistenzialismo, sì investimenti», per Nicola Zingaretti (Pd) invece «visione, concretezza, efficacia» mentre per Luigi Di Maio (M5S) «investimenti green e giù le tasse».

INFORMATIVA CONTE IN PARLAMENTO

Passata l’infinita negoziazione europea al Consiglio Ue, il Premier Giuseppe Conte torna a riferire in Parlamento l’informativa urgente sull’accordo raggiunto per il Recovery Fund anti-Covid: il discorso del Presidente del Consiglio si svolgerà alle ore 12 in Senato e alle 16 si ripeterà alla Camera, con la consueta diretta video streaming presso i canali social del Premier Conte e gli indirizzi YouTube di Palazzo Madama e Montecitorio. Il fulcro dell’informativa, che segue una settimana dopo le comunicazioni che avevano preceduto il Consiglio Europeo, riguarda i dettagli dell’accordo siglato con gli altri 26 Paesi Ue, in particolare i fondi del Next Generation Eu, le tempistiche delle sovvenzioni e gli impegni che l’Italia deve fin da subito mantenere per poter avere a disposizione i 209 miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia. Dopo 4 giorni e 4 notti di lunghe trattative e scontri tra “mediterranei” (Italia, Spagna, Francia, Portogallo e sostegno Germania) e “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia) il Recovery Fund si conferma da 750 miliardi di euro ma con ripartizione diversa dal piano presentato dalla Commissione Europea: 390 miliardi di sussidi, 360 di prestiti garantiti con tassi agevolati, mentre il bilancio dell’Unione (il QFP) viene fissato a 1074 miliardi di euro fino al 2027. Accontentati i frugali con maggiori rebates sul bilancio pluriennale, soddisfatte Italia e Spagna che con questo accordo divengono i primi beneficiari degli aiuti condivisi (eurobond) dopo l’emergenza Covid-19.

I DETTAGLI DEL RECOVERY FUND PER L’ITALIA

Al netto dei dettagli complessivi contenuti nelle 68 pagine di testo conclusivo del Consiglio Europeo, all’Italia vanno 209 miliardi dei 750 totali, il 28% totale: il Premier Giuseppe Conte nella sua informativa oggi a Camera e Senato spiegherà di aver ottenuto 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti, un miglioramento rispetto alla proposta della Commissione di maggio, che destinava all’Italia 173 miliardi (82 di aiuti e 91 di prestiti). Conte ottiene così più prestiti, l’Olanda e i frugali invece ottengono il rialzo degli sconti (i rebates) e la condizione di “veto” attraverso il super freno d’emergenza attuabile da qualsiasi Stato membro e con una governance che spetterà alla maggioranza qualificata del Consiglio Europeo in base alle proposte presentate dalla Commissione Ue. Nello specifico infatti, la governance resta in mano alla Commissione Europea che dovrà valutare i singoli piani nazionali di riforma ma tramite il “freno” ogni Paese potrà porre una sorta di “veto” rimandando al Consiglio Ue la decisione finale. Stando alle stime post-accordo, Roma dovrebbe ricevere 81,4 miliardi di sussidi, seguita dalla Spagna con circa 72 miliardi, poi Francia con 40 miliardi, Polonia con 32 miliardi e la Germania con oltre 25 miliardi.

CONTE “IL RILANCIO CON FORZA”

«Abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo. Avremo una grande responsabilità – ha spiegato il Premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa dell’alba di ieri, successiva all’accordo raggiunto in Consiglio Ue -: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre». Un Governo rafforzato, come hanno ripetuto Pd e M5s, che però deve ora “correre” sulle riforme che l’Europa fin da subito richiede per poter accedere al Recovery Fund: i Paesi beneficiari dei fondi Ue infatti, per poter accedere agli aiuti economici, dovranno rispettare le raccomandazioni specifiche della Commissione Europea, oltre agli obiettivi del Green deal e della digitalizzazione: i soldi a quel punto saranno erogati a rate, in base all’effettiva realizzazione di riforme esposte e presentate agli altri Stati europei. Il piano di rilancio verrà presentato il prossimo ottobre, ha spiegato ieri il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ma fin da subito sarà costituita una task force per costruire il PNR da presentare alla Commissione Europea: «Dovremo declinarne la priorità e individuare quelli da selezionare in prospettiva europea. La costruzione di una task force operativa, al di là di uno staff che ha già lavorato al piano di Rilancio, sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni perché dovrà partire al più presto». Tema Mes, che anche oggi sarà evitato nell’informativa del Presidente del Consiglio in Parlamento, Conte l’ha spiegato così ieri in conferenza stampa: «Il Recovery Fund è la priorità e spero possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes – ha concluso -. Di Mes abbiamo discusso tanto e immagino continueremo a parlarne: il Mes non è il nostro obiettivo, l’obiettivo è valutare il quadro di finanza pubblica e le necessità e valutare gli strumenti nel migliore interesse dell’Italia. Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità nell’interesse dell’Italia. Ci sono prestiti molto vantaggiosi».

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