IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI IN PARLAMENTO SULL’UCRAINA
«Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati: è la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden»: questo il passaggio centrale dell’informativa del Premier Mario Draghi al Senato, discorso poi che replicherà dalle 11.30 anche alla Camera dei Deputati.
A Parlamento pieno, il Presidente del Consiglio elabora un lungo e articolato intervento per rispondere a tutti i temi principali del conflitto in Ucraina, conseguenze per l’Italia comprese: «La guerra è giunta all’85 giorno: la speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraino», ha detto Draghi a Palazzo Madama introducendo la sua informativa durata poi 28 minuti. Per raggiungere però tali negoziati, con urgenti canali aperti da mantenere con la Russia, l’Italia si muoverà comunque con l’Europa e gli alleati cercando ogni possibile «mediazione, ma sarà l’Ucraina e non altri decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile». Trattative che non possono essere oscurate dai nodi diplomatici, come l’espulsione dei 24 italiani dalla Russia avvenuta ieri: Draghi l’ha definita «un atto ostile» anche in Aula, ammettendo però come tali espulsioni avvengono «dopo espulsioni di diplomatici russi da parte di Paesi europei. E’ necessario tenere aperti i canali di dialogo con la Russia». Negli incontri con Joe Biden negli Stati Uniti, ha poi aggiunto il Premier, «ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata in campo transatlantico e in Ue. Questa posizione ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace». In questo senso, continua Draghi, i contatti ricominciati tra Pentagono e Ministro della Difesa russo «rappresenta un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra». Tra gli strumenti citati dal Presidente del Consiglio in Parlamento occorre una forte «razionalizzazione della spesa militare in Ue, la cui distribuzione è inefficiente: serve una coordinamento degli investimenti in sicurezza». Si prosegue con l’accenno alla crisi alimentare in atto non solo in Italia, per via della guerra in Ucraina: «L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito e ha toccato a marzo massimi storici. Si rischiano effetti disastrosi in particolare per alcuni paesi di Africa e Medio Oriente dove aumenta rischio crisi alimentari». Dopo la scoperta di fosse comuni anche a Kiev, conclude Mario Draghi, il costo dell’invasione russa «in termini di vite umane è terribile»; per questo, «L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra». Infine, rispondendo indirettamente alle critiche del M5s di Conte, il Premier Draghi sottolinea come «il Governo ha riferito più volte al Copasir e ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto (all’Ucraina, ndr) rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento». Il Premier ha quindi «ringraziato il Parlamento, la maggioranza e la principale forza di opposizione per il sostegno al governo per affrontare la crisi. La risoluzione ha impegnato il governo a sostenere dal punto di vista militare e anche umanitario Kiev e tenere alta la pressione sulla Russia anche attraverso sanzioni e ha guidato in modo chiaro l’azione di governo e rafforzato la nostra posizione a livello internazionale. Il governo intende muoversi nel solco di questa risoluzione». In merito al tema della Nato, secondo il Premier Mario Draghi per il prossimo futuro occorrerà fare molto di più in materia di difesa europeo: «È necessario affiancare alla NATO una vera e propria difesa europea, complementare alla alleanza atlantica».
DRAGHI, DIRETTA VIDEO INFORMATIVA SENATO-CAMERA SULLA GUERRA IN UCRAINA
«Nelle scorse settimane come Europa abbiamo mostrato grande unità nell’affrontare la crisi in Ucraina, nel condannare la Russia, nel sostenere l’Ucraina e anche nel cercare una soluzione negoziale a questa crisi. Intendiamo continuare a farlo, a partire dal Consiglio Europeo straordinario di fine mese»: lo ha detto ieri e lo ribadirà oggi in Parlamento il Premier Mario Draghi, atteso oggi ad una doppia informativa prima al Senato e poi alla Camera.
Si parte alle ore 9 con la diretta video streaming dal canale satellitare del Senato e dalla pagina YouTube di Palazzo Madama: si prosegue e conclude alla Camera, con la diretta sul canale YouTube di Palazzo Montecitorio dalle ore 11.30. Il Presidente del Consiglio, con la formula dell’informativa – niente comunicazioni dunque, che avrebbero preteso un voto successivo dei due rami del Parlamento – scenderà al Senato e alla Camera per informare di tutti gli ultimi accadimenti che coinvolgono l’Italia nella vasta e complessa guerra in Ucraina. Un discorso che verterà sicuramente sui punti principali dei prossimi consessi internazionali, a cominciare dal prossimo Consiglio Ue, passando per il vertice Nato di giugno e per le prossime scadenze del PNRR.
COSA DIRÀ DRAGHI IN PARLAMENTO. LO SCONTRO CON IL M5S DI CONTE
Il “segno” è già stato indicato da Draghi nel suo discorso all’Europarlamento lo scorso 3 marzo: l’Europa deve dare nuovo impulso alle sfide post-guerra, così come era già chiamata a reagire ai due terribili anni in pandemia. Con l’informativa alle Camere di questo 19 maggio, il Premier elencherà i risultati raggiunti dall’ultimo viaggio alla Casa Bianca da Joe Biden, così come farà il resoconto delle ultime riunioni (informali) al G7 e alla Nato.
I temi sono tanti, gli argomenti spinosi non sono da meno: in primis, l’emergenza umanitaria in Ucraina che “impone” all’Europa un sostegno così come tutto l’Occidente. Ma per l’Italia le dirette conseguenze del conflitto si chiamano crisi delle materie prime, caro-energia, crisi alimentare e inflazione: in una parola, recession. È su questi temi che il Governo, ad un anno dalla fine della Legislatura, è chiamato a dare risposte concrete e immediate, anche ben oltre l’ultimo Decreto Aiuti approvato come una sorta di “mini-Manovra”. «Dobbiamo muoverci per sostenere le famiglie e le imprese europee in questa fase di rallentamento. Il Next Generation EU è una straordinaria occasione per riformare le nostre economie e mettere in campo gli investimenti necessari a renderle più eque, competitive, sostenibili», lo ha detto il Premier nella conferenza stampa congiunta con la Presidente della Finlandia, Sanna Marin. Proprio sulla Nato e l’allargamento a Finlandia e Svezia – domanda presentata ufficialmente ieri – è chiesto un parere al Governo italiano, già comunque favorevole ad un allargamento «per motivi di sicurezza» con la vicina Russia. I temi però intricati riguardano la “differenziazione” delle forniture energetiche, in primis gas e petrolio, e l’invio di armi all’Ucraina: su questo si è concentrata la discussione in seno alla maggioranza in queste ultime settimane, con forti turbolenze giunte soprattutto nel campo del M5s. «Pieno sostegno all’Ucraina ma no all’invio di nuove armi, adesso è l’ora della diplomazia», ha ribadito ancora ieri il leader 5Stelle Giuseppe Conte che da giorni “chiamava” Draghi in Parlamento per informare il Paese su quali aiuti e come saranno inviati a Kiev. «Serve un atto di indirizzo del Parlamento che possa contribuire a rafforzare l’azione politica del governo in tutti i consessi internazionali e a perseguire un indirizzo ampiamente condiviso dal governo e dal Parlamento», insiste l’ex Premier Conte, spalleggiato sul conto del “disarmo” da perseguire anche dal leader della Lega Matteo Salvini. «Vogliono farci fuori dalla maggioranza», ha detto Conte in ben due occasioni nelle ultime 2 settimane: lo scontro nel Governo resta un punto molto delicato al quale è possibile che il Premier Draghi possa dare “risposta” nell’informativa a Senato e Camera.