La sentenza 39129/2023 del 26 settembre emessa dalla terza sezione penale della Cassazione, fa scuola: diventa definitiva la condanna inflitta all’impresa edile dopo che l’operaio è rimasto in parte schiacciato dal cancello scorrevole uscito dalle guide. Alla srl si imputa la violazione delle norme antinfortunistiche per non aver adottato le necessarie misure di sicurezza all’ingresso del cantiere.



Infortuni sul lavoro: quando l’azienda è sanzionabile?

Nel caso in esame l’azienda non ha sostituito un cancello, la cui riparazione sarebbe costata qualche decina di euro: quindi l’omissione dell’azienda sarebbe dovuto ad un risparmio di tempo e non di soldi, ma è valsa l’infortunio di un lavoratore.



In particolare, visto che di quei lavori c’era necessità da molto tempo, l’omissione della manutenzione è dovuta alla necessità di risparmiare tempo per velocizzare le altre attività aziendali. E’ tanto più vero questo elemento perché il costo complessivo per la manutenzione omessa sarebbe stato di appena dieci euro.

Infortuni sul lavoro: anche l’entità dell’impegno conta

La responsabilità dell’ente si manifesta anche quando risulta minimo il risultato ottenuto in rapporto alle esigenze iniziali di manutenzione: vale a dire se l’azienda non ha impiegato lo sforzo necessario.



Anche la mancata adozione di cautele che comportano spese modeste può determinare reati colposi di evento in materia di sicurezza sul lavoro, anche con conseguenze serie. La sanzione “231”, infine, può scattare anche se la violazione delle norme antinfortunistiche non risulta sistematica ma integrata da una trasgressione isolata dovuta a un’iniziativa estemporanea, quando risulta provato che l’infrazione è legata all’interesse dell’ente.