IL RAPPORTO DELLA FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETÀ SUI RITARDI DELLE INFRASTRUTTURE

Gli ultimi dati del Rapporto “Sussidiarietà e… governo delle infrastrutture” – realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà – lo dicono chiaramente: l’Italia è ancora in forte ritardo nelle infrastrutture di trasporto, con investimenti che restano solo allo 0,4% del Pil, quasi la metà rispetto ai partner europei. Il Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà che verrà presentato in forma completa nell’autunno 2023, sottolinea diversi dati che puntano ad una grossa responsabilità della mancanza di investimenti dal 2010 al 2020 nel nostro Paese.



Alle porte di una possibile svolta con maggiori investimenti sulle infrastrutture (non solo il Ponte sullo Stretto), il Rapporto FPS 2023 fa “i conti” allo stato attuale: «L’Italia è in coda in Europa negli investimenti in infrastrutture di trasporto con una quota che in un decennio ha oscillato intorno allo 0,4% sul prodotto interno lordo, circa la metà rispetto ai maggiori partner europei come Francia (0,9%), Gran Bretagna (0,8%), Germania (0,7%) e Spagna (0,6%)». Negli ultimi dieci anni sono stati spesi per la costruzione e la manutenzione di infrastrutture di trasporto circa 98,3 miliardi di euro: il dato è troppo basso rispetto ai maggiori partner europei. Giusto per fare tre esempi: la Germania ha speso oltre 227 miliardi, 223 in Francia e 186 la Gran Bretagna, mentre solo la Spagna ha fatto meno dell’Italia con 90 miliardi di euro complessivi.



VITTADINI (FONDAZIONE SUSSIDIARIETÀ): “SERVE UN NUOVO APPROCCIO SUSSIDIARIO”

«Le infrastrutture di cui ha bisogno il Paese devono essere realizzate in modo sostenibile e coinvolgendo i territori e i corpi intermedi che rappresentano la società civile, invece di essere calate dall’alto»: così osserva Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, commentando l’ultimo Rapporto “Sussidiarietà e… governo delle infrastrutture”.

«Il processo di consapevolezza delle popolazioni locali infatti», aggiunge Vittadini, «non è una perdita di tempo, ma riguarda la sensibilizzazione a riguardo degli obiettivi di bene comune. Serve, insomma, un approccio sussidiario».



INFRASTRUTTURE DI RAPPORTO: ECCO I DATI, ITALIA FANALINO DI CODA IN UE

Guardando i 28 Paesi Ocse, in merito alla soddisfazione degli utenti delle infrastrutture (trasporto, energia, telecomunicazioni, acqua, etc.), l’Italia è fanalino di coda con appena il 18% rispetto alla media generale del 38% e ai maggiori partner europei come Francia (53%), Germania (51%) e Gran Bretagna (35%). Inoltre, il 68% degli utenti italiani ritiene che non si sia fatto abbastanza fino ad oggi per la realizzazione di infrastrutture, contro una media Ocse al 58%.

Il 73% degli utenti, rileva il Rapporto di Fondazione per la Sussidiarietà, ritiene che proprio un incremento degli investimenti in infrastrutture contribuisce alla crescita del Paese e crei nuovi posti di lavoro. Il Rapporto che sarà presentato poi in forma completa in autunno conferma che il principale mezzo di trasporto usato in Italia sia ancora l’automobile privata – per il 76% della mobilità delle persone – seguite da bus (10%) e treni (6%): la ricerca infine segnala la «persistenza di grandi disparità territoriali nei servizi pubblici di trasporto, che penalizzano il sud Italia». Ecco qui di seguito i dati sugli investimenti in Ue per le infrastrutture:

– Francia 0,9% del Pil
– Uk 0,8%
– Germania 0,7%
– Spagna 0,6%
Italia 0,4% (elaborazione FPS – Fondazione per la Sussidiarietà su dati ITF International Transport Forum 2010-2020)

Qui invece i dati sul ritardo degli investimenti in infrastrutture con la soddisfazione degli utenti:

– Media Ocse 38%
– Francia 53%
– Germania 51%
– Uk 35%
Italia 18% (elaborazione FPS – Fondazione per la Sussidiarietà su dati GILA 2021).