Si chiama Giovanni ‘Vanni‘ Calì l’italiano sequestrato ad Haiti nelle scorse ore: ha 74 anni ed è stato assessore ai Lavori Pubblici alla provincia di Catania – all’epoca guidata dall’attuale Presidente della Sicilia Nello Musumeci – e sarebbe stato sequestrato mentre si trovava ad Haiti per conto di una ditta di costruzioni romana. La notizia è stata data da “La Sicilia”, cominciando che la famiglia è stata già avviata dalla Farnesina, non volendo commentare al momento il drammatico fatto: «È stato in quegli anni — ricorda il governatore siciliano al quotidiano “La Sicilia — un grande assessore e un ottimo dirigente. Ha studiato a Catania e si è perfezionato al Politecnico di Torino, un professionista di altissimo livello, che si è formato lavorando nelle più grandi imprese di livello internazionale. Sono vicino alla sua famiglia — conclude Musumeci — e spero con tutto il cuore che si arrivi a una soluzione serena per tutti e in tempi rapidi».
Per il sindaco di Catania Salvo Pugliese Vanni Calì era più di un semplice conoscente: «Conosco da parecchi anni Vanni Calì, il suo signorile tratto umano e la grande competenza professionale. Quello di cui è vittima è un episodio che lascia sgomenti per cui auspichiamo una rapida soluzione, affinché il professionista, molto noto a Catania, possa presto riabbracciare i suoi familiari comprensibilmente angosciati e rasserenare i tanti suoi amici, preoccupati da questa incresciosa vicenda». (agg. di Niccolò Magnani)
ALLARME AD HAITI: ITALIANO SEQUESTRATO
Un ingegnere italiano è stato rapito nelle scorse ore in quel di Haiti. Stando a quanto riferito dai media, a cominciare dal portale di Rai News, la vittima aveva 74 anni e si chiamava Giovanni C. ingegnere che stava lavorando presso un cantiere per conto della ditta Bonifica Spa, azienda di costruzioni di Roma, al lavoro sulla realizzazione di una strada. Il rapimento è avvenuto nella mattinata di ieri, martedì 1 giugno 2021, e in base alle indiscrezioni emerse sarebbe stato effettuato a scopo estorsivo, per ottenere in cambio un compenso monetario.
Avvertita in maniera immediata l’unità di crisi della Farnesina, il ministero degli esteri, che si è subito messa in contatto con le autorità competenti in loco, con l’ambasciata italiana a Panama e il console onorario locale, di modo da ricevere aggiornamenti costanti. Purtroppo il rapimento dell’ingegnere italiano è solo l’ultimo di questo tipo di reati che si sono verificati ad Haiti dal 2010 ad oggi, anno in cui si era verificato il devastante terremoto che di fatto rase al suolo una parte dell’isola, soprattutto quella della capitale Port-au-Prince.
INGEGNERE ITALIANO RAPITO AD HAITI: 243 SEQUESTRI NEL SOLO 2010
Basti pensare che proprio undici anni fa i sequestri furono 243, contro i 78 dell’anno precedente. Il caso più recente, oltre a quello avvenuto nelle ultime ore, era stato segnalato lo scorso 11 aprile, quando sette religiosi cattolici, leggasi tre preti e una suora haitiani, con l’aggiunta di un sacerdote e una suora originari della Francia, erano stati sequestrati e prelevati a forza da un albergo dove alloggiavano, e chiesto poi un riscatto da un milione di dollari. Tornando al nostro connazionale, pare che dietro il suo rapimento vi sia una gang locale chiamata 400 Mawozo e il sequestro sarebbe avvenuto in quel di Croix des Bouquets, mentre si stava realizzando un arteria che collega i dipartimenti del centro e del nord di Haiti.