Ingiusta detenzione, è scontro a distanza tra Enrico Costa e Giuseppe Pignatone
. La proposta di legge dell’esponente di Forza Italia, che trova d’accordo anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, è stata aspramente criticata dall’ex procuratore di Roma. Intervenuto ieri sulle pagine di Repubblica, Pignatone ha spiegato che a suo avviso la legge «finisce per indicare all’opinione pubblica i magistrati come colpevoli di tutti i casi di ingiusta detenzione, cosa certamente non vera. E diventa un implicito segnale lanciato a pm e gip a non adottare misure cautelari». Posizione assolutamente non condivisa dall’esponente forzista, che ha affidato proprio a Repubblica la sua replica: «Una persona è finita ingiustamente in galera. Lo Stato che fa? Paga e si volta dall’altra parte, in attesa del prossimo pagamento, o cerca di capire perché è stato, a torto, privato qualcuno della libertà?».
INGIUSTA DETENZIONE, COSTA (FI) REPLICA A PIGNATONE
Secondo Pignatone, la legge sull’ingiusta detenzione firmata da Costa fa apparire i magistrati come negligenti e «innamorati del tintinnio delle manette», ma l’esponente di Forza Italia ha tenuto a fare chiarezza sui contenuti della norma. In caso di episodio di ingiusta detenzione, il fascicolo «dev’essere inviato “al titolare dell’azione disciplinare per le valutazioni di competenza”» ed è prevista una sanzione disciplinare a carico «di chi abbia concorso, con negligenza o superficialità, anche attraverso la richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare, all’adozione dei provvedimenti di restrizione della libertà personale». Costa ha poi citato tutti i dati del caso, a partire dai mille casi di ingiusta detenzione registrati nel 2019, per poi mettere in evidenza che sarebbe necessario interrogarsi sulle ragioni di questi errori: «Ci dovrebbe essere qualcuno che, di fronte a un’ingiusta detenzione riconosciuta e indennizzata, riprenda in mano i fascicoli del procedimento e approfondisca per capire se qualcuno ha sbagliato. Una persona è finita ingiustamente in galera. Lo Stato che fa? Paga e si volta dall’altra parte, in attesa del prossimo pagamento, o cerca di capire perché è stato, a torto, privato qualcuno della libertà?»