Uomo inglese espulso dalla Danimarca: “Ho presentato i documenti in ritardo di quattro giorni”
Un uomo inglese sarà espulso dalla Danimarca, nella quale vive dal 2020, per aver presentato in ritardo di quattro giorni la richiesta di soggiorno dopo la Brexit. La storia ha dell’incredibile ed è stata raccontata dal giornale inglese The Gardian, che ha intervistato l’uomo di 47 anni che entro il 6 dicembre, a quanto dicono le autorità danesi per l’immigrazione (che si chiama SIRI), dovrà lasciare il paese.
L’inglese espulso dalla Danimarca ha già presentato ricordo al SIRI e starebbe attualmente attendendo un responso dall’autorità. Inoltre, anche il deputato danese Mads Fuglede si sarebbe interessato al caso, fornendo aiuto e supporto, sia burocratico che amministrativo, all’uomo che verrà deportato nuovamente in Inghilterra, dalla quale era “scappato” dopo la Brexit. E proprio nella Brexit risiede anche la causa dell’espulsione dell’uomo, perché con l’uscito della Gran Bretagna dall’Unione Europea si sono aperte tutta una nuova (ed imprevista, in alcuni casi) serie di problemi, principalmente burocratici. Il primo avviso lo avrebbe ricevuto a maggio, pensando ad un errore ha presentato subito ricorso, fino a quando lunedì se lo è visto rifiutato.
Inglese espulso dalla Danimarca: “Nessuno mi ha avvisato”
L’inglese, insomma, sarà comunque espulso dalla Danimarca, nonostante il ricorso e nonostante si trattasse di un piccolo errore, potenzialmente facile da risolvere. “Mi sento completamente devastato“, ha raccontato al Guardian, “perderò il lavoro, la mia casa, la mia fidanzata, e sarò scaricato di nuovo a Londra. La sua fidanzata, ovvero la ragione che l’ha spinto nel 2020 a trasferirsi in Danimarca, si dice “sotto shock. È il mio peggiore incubo e si sta avverando. Mi sento senza speranza e impotente”.
Inoltre, la fidanzata dall’inglese che sarà espulso dalla Danimarca ha detto che “ci siamo assicurati di fare tutte le cose che ci erano state richieste”, sostenendo anche che “siamo andati nei loro uffici per un incontro, per chiedere se fosse tutto in ordine e ci dissero che era tutto a posto, ci siamo fidati delle autorità”. La norma che gli imponeva di presentare la richiesta di cittadinanza è entrata in vigore dopo la Brexit e secondo l’uomo “le autorità danesi avrebbero dovuto scrivermi almeno due volte“, ma nessuno l’avrebbe fatto. Il SIRI dal conto suo rigetta le accuse, sostenendo che fu fatta un’ampia campagna informativa in merito, ma che nonostante questo valuterà al meglio la richiesta dell’inglese, verificando se c’è possibilità d’intervento.